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27 marzo 2020

Covid-19 quanto resiste

La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove "CO" sta per corona, "VI" per virus, "D" per disease e "19" indica l'anno in cui si è manifestata). Questa malattia dipende da un virus che si deposita anche su superfici inanimate e sembra resistere parecchio. La stabilità del virus SARS-CoV-2 (responsabile della malattia Covid-19) dipende dal tipo di superficie considerata, secondo i due principali studi scientifici pubblicati finora sulla questione. Il primo, pubblicato sul Journal of Hospital Infection il 6 febbraio ha testato il virus su otto diverse superfici e lo ha confrontato con altri Coronavirus (come quelli responsabili di SARS 2003 o MERS 2012). I risultati mostrati raccontano che il virus può persistere su queste superfici tra due ore e sei giorni (se la temperatura ambiente si avvicina a 30 ° C i tempi si riducono).

covid 19

Sono stati ottenuti risultati abbastanza variabili (da due a sei giorni) per la plastica, mentre su lattice e alluminio sono sufficienti poche ore per eliminare tutti i ceppi. Un secondo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine il 17 marzo, ha testato la resistenza del virus su altri materiali, come cartone e rame, o nell'aria, spruzzandolo con un aerosol. I risultati mostrano durate più brevi di quelle pubblicate da lavori precedenti, da tre ore (aerosol) a tre giorni al massimo (acciaio, plastica), passando per valori intermedi (24h per il cartone), per un stessa quantità di virus spruzzato. Alla fine i due studi concordano su un punto: plastica e acciaio sono le superfici in cui la stabilità del virus è più lunga. Una terza pubblicazione che arriva dagli USA riferisce che il materiale genetico del virus è stato rilevato nelle cabine passeggeri infette della nave Diamond-Princess, dove 3.700 persone sono state messe in quarantena a febbraio, fino a diciassette giorni dopo la loro uscita! Ma gli autori dello studio invitano a ulteriori indagini. "Questi studi sono importanti per dare un'idea, un ordine di grandezza del tempo durante il quale il virus rimane contagioso", racconta il virologo francese Astrid Vabret a Le Monde e aggiunge "Ciò che è veramente problematico è che non conosciamo la dose infettiva", vale a dire la quantità di virus sufficiente per generare un'infezione. "La trasmissione di un virus è un fenomeno complesso, molto difficile da comprendere in cifre. Non sappiamo quanti virus siano necessari per generare un'infezione a contatto con la mucosa. Non è lo stesso a seconda della persona. Hai una grande diversità di tutto: le difese locali variano a seconda dell'individuo, così come lo stato delle loro mucose." A fronte di ciò in Francia molti lasciano la spesa in macchina per un’ora pensando che il virus eventualmente presente perda la sua carica ma molti dicono sia inutile visti i tempi lunghi. Altri passano per bene gli oggetti prima di introdurli in casa. E per la virologa Goffard dell’ospedale universitario di Lille, intervistata da France Culture, pulire gli imballaggi portati dall’esterno riduce certamente il rischio. Per quanto riguarda i vestiti non esistono report. E anche sulle temperature ce poca letteratura a riguardo.