Recentemente sono stati pubblicati alcuni studi molto interessanti. Una ricerca su Lancet calcola il numero di persone che non perderanno la vita da qui al 2040 se si abbasseranno le emissioni di Co2 e conseguentemente la temperatura del pianeta ma anche grazie a mirate altre azioni.
Nella ricerca si parla che moriranno 6,4 milioni di persone in meno grazie a una migliore alimentazione, 1,6 milioni di vite saranno salvate grazie all’aria più pulita e 2,1 milioni non moriranno grazie a un incremento dell’attività fisica.
La ricerca, finanziata dal Wellcome Trust and Engineering and Physical Sciences Research Council e condotta da ricercatori britannici con l’University College di Londra come coordinatore, ha preso in esame nove Paesi (Brasile, Cina, Germania, India, Indonesia, Nigeria, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti), che rappresentano il 50% della popolazione mondiale e contribuiscono per il 70% alle emissioni di gas serra mondiale.
Su come contenere le emissioni di Co2 a livello mondiale però di gran studi ben fatti ancora non ve ne sono. Soprattutto nel settore della mobilità.
Cerchiamo di essere chiari con esempi concreti: oggi passano come automobili amiche dell’ambiente le auto a benzina e non le diesel che emettono almeno un 30% in meno di Co2. E anche rispetto a molte ibride sono migliori. Ma c’è di più: non si mostra che accelerare sull’elettrico comporterà un sensibile incremento delle emissioni perché ci sarà da smaltire le auto vecchie, produrne di nuove ma soprattutto adeguare tutta la catena che ruota attorno il che sarà spalmato su almeno vent’anni. Di ciò la certezza è che ne trarrà beneficio l’economia, una parte, ma non il pianeta che potrebbe vedere la sua temperatura schizzare a valori da febbre di cavallo.
Alcuni, un po’ di anni fa, dicevano che il rischio di non ritorno sull'ambiente era molto prossimo. Si era negli anni in cui la Cina non era ancora esplosa...
La morale di tutto ciò è che ben vengano questi studi ma meglio sarebbe che ne seguissero di più dettagliati per non dover trovarsi a rimpiangere le scelte fatte. Come è successo sulle fonti rinnovabili tipo pellet, che prima sono state incentivate e poi si è visto che hanno comportato altissimi valori di NOX. Ma anche sull’eolico ci sarebbe da approfondire perché prevede in molte parti del mondo l’impiego di pale in materiali compositi che hanno una vita inferiore ai trent’anni e che per la dismissioni richiedono costi pazzeschi oltre a un impatto ambientale molto pesante. Tanto che alcuni preferiscono, quando sono da sostituire, sotterrarle!
Insomma, come dicevano i nonni: a far pulizia mettendo la polvere sotto il tappeto si fa meno fatica ma non si pulisce veramente.