Piove a Shenzhen, una città a 30 minuti di motoscafo da Hong Kong, nella Cina meridionale. Il cielo è grigio, c’è tantissima umidità ma non c’è smog. Dieci anni fa, quando la visitammo per la prima volta, non aveva così tanti grattacieli, non era così illuminata di notte e sulla strade non c’erano tante Audi, BMW, Mercedes, ma anche Toyota e Honda nuove di pacca. Adesso per decine e decine di chilometri si vedono gruppi di nuovi palazzi anche da cinquanta piani, alcuni circondati da vecchie aree, con vecchi edifici ai loro piedi, e poi ancora tanti ma proprio tanti altri grattacieli in costruzione. L’edilizia non accenna a rallentare, e proprio ieri è stato messo a punto un piano che prevede 1,7 milioni di unità abitative entro il 2035 ripartite per il 20% a chi viene a lavorare a Shenzhen portando il suo sapere, un altro 20% con prezzo controllato per chi non può spendere tanto ma ben lavora, un altro 20% per gli uffici pubblici e il restante 40% per commercio.
Oggi Shenzhen è popolata da oltre 13 milioni di persone. Sui marciapiedi convivono pedoni ma anche bici a pedali e due ruote con motore elettrico di progettazione non moderna. I cinesi da tempo vestono colorati ma gli occhi non li hanno sempre puntati sugli smartphone come da noi anche perché c'è un po' di controllo, ad esempio Google in Cina è bandito. La città ha aree verdi e in alcune zone ricorda anche città degli Stati Uniti, mentre fuori dalla città andando verso le montagne la vegetazione è fitta come quella di alcune parti del Brasile.
Shenzhen è un cocktail dal sapore strano e per molti questa area è la California o meglio la Silicon Valley della Cina.
Non forse a caso la sede del rivale di Apple, Huawei è di Shenzhen. Insomma è una città molto…avanti. Come la Cina del 2018 che ha cambiato marcia e ora vuole allungare il passo sull’innovazione, ponendosi come Paese più evoluto e che detta i trend per il pianeta terra. Forte anche del suo potentissimo mercato che nessuno può permettersi di ignorare. E’ il primo mercato al mondo della mobilità e non solo; è il mercato che avrà ancora i più grandi margini di crescita; è Paese dove chi governa detta road map chiare su dove vuole andare. E in un momento dove altri sono allo sbando, il vantaggio che può prendere può farsi davvero importante ma anche comportare conseguenze per tutti.
La Cina grazie al suo governo oltre all’immobiliare ha piani strategici e investe sulla connettività, spinge sull’elettrificazione e scommette sulla guida autonoma.
Il risultato è che tutti in Cina si danno un grande da fare su questi asset che poggiano sull’intelligenza artificiale. Il primo step è la decisione di commercializzare il sistema C-V2X che permette alle automobili di dialogare, e molti hanno stretto un rapporto con il colosso cinese Huawei la cui proprietà è dei dipendenti. Già quest’anno parte l’ambizioso progetto di far dialogare le auto tra di loro così da ottenere benefici anche sulla circolazione e con il debutto a breve del sistema 5g ci sarà anche più efficienza oltre che sicurezza e la Cina sarà la prima a dare di più nel settore della comunicazione. La mole di dati raccolta servirà anche a ottimizzare le risorse. Huawei a tal proposito vuole raccogliere tutti i dati in piattaforma cloud dedicata e ciò consentirebbe attraverso la mobilità di avere dati importanti quanto quelli che hanno gli USA attraverso la comunicazione con smartphone e in Cina si stanno tanto operando su questo.
Lo Stato ha poi messo sul tavolo un piano economico di incentivazione importante sull’elettrificazione e si inizia a parlare anche di target per accumulatori più evoluti grazie al maggior numero di produttori presenti in Cina e al litio che qui non manca.
Il passaggio successivo è la guida autonoma. E su questo tema il terreno è fertile perché i consumatori cinesi sono più giovani e più propensi alle nuove tecnologie. Oggi in Cina molto viene pagato con lo smartphone, i giovani acquistano tutto via internet e Alibaba spopola, addirittura l’84% dei cinesi esce di casa senza soldi e giusto per avere altri numeri, oltre 950 milioni di cinesi usano il 4g sui loro smartphone e in una recente ricerca è emerso che solo il 31% dei consumatori USA sulla guida autonoma pensa sia interessante, contro il 78% dei cinesi! Basterebbero già solo questi dati per capire come i cinesi si possono vedere come innovatori e gli americani come conservatori! E bisogna anche sottolineare come i consumatori di prodotti di lusso sempre in Cina siano giovani con una età media di 36,8 anni mentre in Europa è a 58,5 anni! Si aggiunga anche che il 65% dei clienti di auto in Cina è al primo acquisto, il business è puro anche sulla distribuzione: non ci sono ritiri di veicoli, si paga se si ha…
Tutto ciò porta i grandi gruppi industriali a vedere la Cina come una terra non fertile, di più. E soprattutto un Paese dove si può innovare. E parlando di avanguardia e innovazione nel mondo dell'auto Audi è faro ma anche per Audi la Cina è il mercato più importante. Solo nel primo quadrimestre di quest’anno le vendite sono cresciute del 36%. In Cina Audi ha investito tanto e farà ancora tanto di più. Arriveranno dieci SUV perché anche in Cina il mercato di questo genere di automobili è in forte espansione, e per tutto ciò a Shenzhen Audi ha presentato la Q8. Audi vede che il settore dei veicoli premium possa guadagnare ancora un 5%, passando dal 9 al 14%. Ma soprattutto grazie al governo cinese che investe sulle infrastrutture per l’intelligenza artificiale, mette il boost sul tema e non poteva esimersi, noto che già molte Audi ne dispongono ma in alcune aree geografiche non riescono ad esprimerla perché mancano le regole che invece i cinesi si sono dati.
Tutto ciò porterà a una Cina dominante sul tema innovazioni e conseguentemente potenzialmente trainante sui trend, con conseguenze per tutti gli altri abitanti del pianeta ma anche consentirebbe alla Cina attraverso la mobilità di “mappare” usi e costumi così da avere informazioni e tenere tutti sotto occhio vigile. Insomma, diventare anche un “grande fratello”. Con i suoi pregi e i suoi difetti.
Per quanto riguarda l’Audi Q8 è la sorella gemella della Lamborghini Urus. Sarà con diesel 3 litri da 286 cavalli con sistema mild hybrid per l’Italia e sempre nel Bel Paese le prime consegne potrebbero avvenire già sul finire del mese di luglio. A vederla dal vero colpisce per il frontale duro e severo con single frame evoluto messo in evidenza. I fari sono sottili e il cofano che scende molto enfattizzano l'aspetto da rapace. Le fiancate sono fortemente modellate per accogliere ruote anche da 22 pollici. Dietro il tetto sfuma sul lunotto e il ponte delle luci genera un effetto taglio che la fa apparire possente. Rispetto alla Q7 presenta vetri delle portiere senza intelaiatura come la A7 e come molte sportive coupé che hanno fatto la storia. Attenzione che ha vetri doppi e gocciolatoio, quindi dovrebbe mostrare meno problemi alle alte velocità o quando piove. Il bagaliaio è capace e dentro è più larga della Q7. Insomma, la sorella gemella della Lamborghini Urus o la sorella maggiore della Q7 è la sport suv per eccellenza fatta come Audi comanda.