Dopo una crescita del 12% nel primo trimestre, con i dati di immatricolazioni dello scorso aprile, è arrivato il primo dato negativo per il mercato dell’auto di questo 2017. Ma non preoccupa.
Le autovetture immatricolate sono state 160.359 con un calo del 4,62% su aprile 2016.
Questo calo si deve ai due giorni lavorativi in meno rispetto allo stesso mese del 2016 e alla Pasqua che l’anno scorso era caduta a marzo.
Tra l’altro dall’inchiesta congiunturale sul mercato dell’auto condotta dal Centro Studi Promotor a fine aprile emerge che il 13% dei concessionari stima per i prossimi mesi domanda in crescita e il 65% ipotizza stabilità sui buoni valori attuali. Previsioni, queste, corroborate dal fatto che il quadro economico italiano non è in rallentamento ed anzi dall’indice anticipatore del ciclo economico dell’Istat vengono segnali sostanzialmente positivi.
In questi giorni si è dialogato con importanti concessionarie ed è emerso che c’è molta attenzione su modelli che ancora devono essere presentati ma i cui ordini si sono già aperti come solo nei periodi migliori è capitato. Volvo ad esempio sta registrando volumi di ordini incredibili per la XC60, a vettura non ancora presente in concessionaria, quindi acquistati a scatola chiusa, con una offerta di sconto attorno al 14%. Incredibili sono i risultati che sta ottenendo sia la Peugeot 3008 le cui consegne slittano per il grande successo sia quello della Citroen C3 ma anche Toyota C-Hr, Kia Niro...
In poche parole c’è sete di automobili e tutto lascia pensare positivo nonostante un aprile negativo.
Sugli scudi FCA con una quota del 29,2 per cento, in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto a un anno fa. A ruota segue Volkswagen in forte flessione (-12,98%) quasi quanto Opel (-10,68%). In caduta libera Nissan (-31,84%). Ottime le performance di Alfa Romeo (+46,63%), passata da 2.717 a 3.984 immatricolazioni, Suzuki (+26,06%) e Skoda (+7,22%).
In marzo gli italiani hanno speso per l’acquisto di benzina e gasolio auto 4,7 miliardi di euro.
Rispetto allo stesso mese del 2016 vi è un incremento del 14,4%, corrispondente ad una maggiore spesa di 591 milioni.
Questa crescita deriva in piccola parte da una modesta crescita dei consumi (+1,3%) e per il resto da prezzi medi ponderati alla pompa decisamente più alti di quelli di marzo 2016 e, per l’esattezza, da rincari della benzina dell’11,08% e del gasolio del 13,85%.
Nel primo trimestre dell’anno, a fronte di un calo dei consumi dello 0,9%, vi è stato un incremento di spesa (dovuto ovviamente alla dinamica dei prezzi) del 12,9%. In particolare la spesa complessiva è stata di 12,9 miliardi costituiti per 8,1 miliardi da imposte e per 4,8 miliardi dalla componente industriale, cioè dalla quota che va all’industria petrolifera ed alla distribuzione.