L'industria dell'auto al bivio
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19 aprile 2018

design week, arredo urbano e mobili-tà

In questi giorni Milano è presa d’assalto perché è in corso il salone del mobile e la design week.
Attorno alla fiera tutte le strade sono intasate mentre in città regna il caos con decine e decine di eventi fuori salone. Molti inutili pochi utili.

Tutti sono a parlare di design e arredo anche perché riguarda tantissimi settori: da quello abitativo a quello nautico (davanti alla triennale Azimut ha portato un “barchetta”  da circa 40 mt. ), da quello automobilistico a quello legato allo sviluppo delle città.

L’automotive che si sta sempre più trasformando in fornitore di mobilità ha portato designer, concept e tavole rotonde alla ricerca di previsioni sul domani, perché quando si parla delle sfide che aspettano l’automobile con il passaggio alla trazione elettrica e alla guida autonoma, con rivoluzioni anche negli abitacoli perché spariranno pedali e volante, da una parte affascina ma dall’altra inquieta gli addetti ai lavori. 

In molti, pubblico e media, sono a domandare quando avverrà.

Ma la risposta non arriva perché nessuno la sa dare.  

Si fa, allora, filosofia sul cambiamento nelle grandi città anche con importanti personaggi come Carlo Ratti del MIT di Boston, che forniscono sempre qualche spunto in più: l’ultima è che l’energia da fonti rinnovabili quest’anno è riuscita ad essere quella che costa meno in assoluto e se l’auto a guida autonoma arriverà, consentirà un costo di spostamento al miglio inferiore a quello delle metropolitane! 
La diretta conseguenza sarà che nessuno vorrà più usare i trasporti pubblici e, quindi, un tracollo del trasporto collettivo ma con il risvolto della medaglia che circoleranno più veicoli di adesso!!! Con tutte le ripercussioni del caso.

Di fronte a questo scenario viene spontanea la frase che il futuro si costruisce insieme ma poi si pensa a quanto si sia diversi e anche a come le differenze economiche stiano aumentando a dismisura, aprendo altri scenari ancora più inquietanti, costituiti da aree perfettamente organizzate e assistite ed altre lasciate all'oblio, perché prive di mezzi e di soldi.

Si ragiona sul numero impressionante di veicoli circolanti nel mondo circa 1,2 miliardi e nel 2035 c’è chi stima si possa arrivare a 2 miliardi perché ogni anno se ne producono 100 milioni e non tutti servono solo per la sostituzione. Considerando che la maggior parte del mondo non sono "città",  non tutti i veicoli potranno essere elettrici e autonomi perché necessitano di infrastrutture specifiche. Cresce la convinzione sul rischio di avere due mobilità diverse sullo stesso pianeta o meglio due mondi lontani. Lo scenario più probabile vede dunque chi vivrà in città spostarsi con veicoli condivisi ed elettrici a conduzione autonoma; chi vivrà fuori muoversi con auto di proprietà con motore termico, ancora da guidare per andare dove si vuole e sicuramente meno succubi dell’intelligenza artificiale. Insomma “contadini” che camminano guardandosi intorno e cittadini con testa e occhi sui telefonini mentre anch’essi si muovono! Perchè su questo tutti si è concordi che se non c'è movimento non c'è vita.

 

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Gab 19 aprile 2018 alle 18:26
Contadino tutta la vita!
paolo 20 aprile 2018 alle 9:14
c'è chi vive su Marte e chi sulla terra questa è la differenza
SteRe 20 aprile 2018 alle 9:15
C'è solo una gran confusione. Molte ambizioni ma poca concretezza
nicola 20 aprile 2018 alle 9:15
io non riesco a capire il senso di fare tutto questo e bloccare una città e la sua periferia: hanno portato fuori la fiera così da rendere meno caotica la vita ai cittadini, poi si inventano il fuori salone...ma allora???
Aldo 20 aprile 2018 alle 9:16
Guida autonoma? Io continuo a prendermi dei gran spaventi con i nuovi sistemi di assistenza alla guida che frenano all'improvviso perché captano chissà che!
luca 20 aprile 2018 alle 9:16
troppe aspettative sul futuro si torni sulla terra!!!
Micky 20 aprile 2018 alle 9:20
Sembrano già adesso due mondi diversi: chi lavora ed è alle prese con le difficoltà quotidiane e chi benestante senza problemi di far quadrare i conti, progetta, ipotizza, propone per gli altri soluzioni alternative senza calcolare le conseguenze ....
Albe62 20 aprile 2018 alle 9:21
Città-paradiso e periferie infernali ??
Fabio 20 aprile 2018 alle 9:27
Bene che se ne parli, anche se, forse, troppe idee portano a perdere di vista l'obiettivo finale
Ema 20 aprile 2018 alle 9:57
Si vuole cambiare a tutti i costi ma non è meglio migliorare ciò che abbiamo anziché insistere nel cercare per forza soluzioni che impongono cambiamenti radicali con infrastrutture specifiche che in Italia si sa come vanno le cose.....
Mauri60 20 aprile 2018 alle 12:53
L’elettrico va bene solo sui campi da golf!
Red 20 aprile 2018 alle 12:54
Scenari poco alettanti se si sta dalla parte sbagliata
ernesto 20 aprile 2018 alle 13:52
in campagna!!!
ludovico 20 aprile 2018 alle 13:52
dal sogno all’incubo il passo sara’ breve
PoLi 20 aprile 2018 alle 15:34
Sarebbe paradossale finire con l'avere due mobilità distinte (tradizionale + elettrico), dopo gli sforzi enormi per rendere la mobilità elettrica competitiva al pari dei motori termici
Carlo 20 aprile 2018 alle 15:48
Sta cambiando la concezione di "automobile" e per gli appassionati di motori è una lenta agonia
Nino 20 aprile 2018 alle 15:51
C'è troppa contaminazione da altri settori, l'auto deve rimanere auto, si sta esagerando con queste influenze da altri mondi
Giulio 20 aprile 2018 alle 15:57
Vorrei che il signor Ratti mi spiegasse il suo concetto: "Costo di spostamento al miglio inferiore a quello delle metropolitane" grazie tante.....ma se l'auto di per sé mi costa il doppio o il triplo all'acquisto, rispetto ad una vettura "normale", che senso ha??
Davi 20 aprile 2018 alle 16:26
E intanto i prezzi delle auto aumentano a dismisura, creando seri problemi nella scelta dell'auto, perché uniti alla campagna distruttiva nei confronti del diesel, ai molti dubbi sull'ibrido e alla mancanza di infrastrutture per l'elettrico, il poker negativo è servito!
Filo 20 aprile 2018 alle 16:29
Vado a vivere in campagna, come recitava Renato Pozzetto!