In agosto sono state immatricolate in Italia 64.689 autovetture. Rispetto all’ultimo mese di agosto pre pandemia, quello del 2019, si è registrato un calo del 27,47%. Continuando con il raffronto nel periodo gennaio-agosto 2019-2021 il calo è stato del 20%. Attenzione che nel 2021 si sono avuti gli incentivi per buona parte dell’anno al contrario del 2019 e come avevamo già detto non sono serviti! Per la prima volta dall’introduzione di sussidi di Stato all’acquisto di nuove auto il mercato è rimasto in negativo. Pazzesco. I motivi di questa caduta sono molteplici: la pandemia, la crisi dei microchip che ha rallentato la produzione e quindi la disponibilità di modelli ma anche l’incertezza sul futuro e di che cosa ne sarà dell’automobile con zone off limits sempre più estese, continue dichiarazioni sullo stop sempre più vicino delle vendite in Europa delle auto con motore termico, quindi anche le ibride, manager non all’altezza del ruolo che occupano.
Ma anche politici impreparati che prendono pesanti decisioni senza farsi tante domande. In tutto questo bisogna poi non tacere che la richiesta di incentivi da parte di molti interessati sta creando anche molto disgusto da parte di diversi cittadini che non ne vedono la reale necessità o meglio, vorrebbero che i soldi dello Stato venissero spesi o conservati meglio. Anche perché si lamentano dei prezzi in forte ascesa delle automobili che trovano parziale compensazione solo grazie ai soldi pubblici. Inoltre diversi consumatori si lamentano che molte Case hanno ridotto gli sconti. Nel mentre in Cina si continua a spingere sull’elettrificazione. Nei primi otto mesi di quest’anno il mercato cinese assorbirà 1.7 milioni di auto elettrificate contro le 600 mila dello scorso anno. I marchi cinesi specializzati sulle auto elettrificate accelerano, Nio e BYD sono quasi prossimi a una pesante discesa anche in altri mercati. Il mercato in generale sempre in Cina crescerà quest’anno attorno al 10% e da gennaio ad agosto ha già assorbito 16 milioni. Lo staff del vice ministro cinese dell’industria ha confermato l’impegno nella ricerca e nel supporto per le materie prime necessarie all’auto elettrica, quindi nickel, cobalto e litio. Ma questo apre la porta anche delle critiche sull’impatto ambientale e su cosa faranno e come si comporteranno gli altri Paesi con le loro industrie in questo settore oltre a quello dell’energia. Ricordiamo che in Europa sia sulle materie prime sia sull’energia elettrica manca un piano e nessuno comunica nulla. Solo in Italia c’è in corso un confronto di idee sul nucleare.