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30 dicembre 2024

Suzuki

Osamu Suzuki è stato per oltre quarant’anni il padre padrone della Suzuki. Nato Matsudo, dopo aver sposato la nipote di Michio Suzuki, venne adottato e prese il cognome Suzuki. Anche perché non c’erano eredi maschi. Faccia tonda, occhi a fessura, Matsudo-Suzuki ha fatto crescere tantissimo l’azienda portandola ad esprimersi con successo nel mondo delle 4 ruote. Perché nelle due lo era già, prima che lui arrivasse al comando. Tra le sue azioni più importanti, l’idea di specializzarsi nelle piccole auto, non solo in Giappone. Ricordiamo su tutto la piccola Maruti prodotta in India. Osamu Matsudo Suzuki era uomo anche di visione e volle motorizzare una della nazioni più popolose al mondo, l’India e ci riuscì. Osamu Suzuki ha anche sviluppato molto il concetto della trazione integrale e delle piccole 4X4 a partire dalla Samurai. Osamu Suzuki è importante ricordare che ha sempre cercato strategici accordi per avere quello che non riusciva a fare, su tutto ad esempio il motore diesel, prima con Peugeot poi con Fiat.

Osamu Matsudo Suzuki

Nel primo decennio del duemila si avvicinò molto a Volkswagen da cui poi però prese le distanze. Attento tecnico, gli piaceva entrare nel merito delle questioni proprio in virtù delle sue conoscenze. Il diesel ci disse che loro non sarebbero mai riusciti a farlo come gli europei e per questo era meglio comprarlo da loro; sull’auto elettrica temeva la scarsità di materie prime per le batterie ma soprattutto le infrastrutture a livello globale. General Motors lo avvicinò nel 1980 ed entrò nel capitale di Suzuki, ma Osamu Suzuki poco dopo se ne lamentò e non poco. Come molti giapponesi era solito dire sempre di si ma intendeva che aveva capito di cosa si stava parlando ma non che approvava quello che si stava dicendo. Profilo sempre molto basso, all’apparenza, il suo mantra era auto leggere anche perché così consumavano meno e costava meno farle. L’accordo con Volkswagen prevedeva di condividere il suo sapere sul come fare auto a basso costo. Per Osamu Suzuki la Suzuki era tutto e il suo Paese veniva prima di ogni cosa. In Italia è importante ricordare che Suzuki ha iniziato ad avere successo con la Maruti con interni in pelle e aria condizionata. Veniva distribuita da Artioli. Poi arrivò la filiale Suzuki di Torino, emanazione diretta della Casa madre giapponese. All'inizio era diretta da manager giapponesi, poi in tempi più recenti da manager italiani. Proprio questi hanno omologato il sistema micro hybrid come vero e proprio ibrido con tutti i benefici concessi dai comuni. E grazie anche questa operazione, Osamu Suzuki gli fu ovviamente molto riconoscente perché in "Casa Fiat" gli permise di avere una competitività inimmaginabile.