Il 16 agosto scorso il Presidente degli Stati Uniti ha firmato l’inflation reduction act per stanziamenti economici senza precedenti il cui fine è convincere le imprese a tornare a investire negli Stati Uniti, oltre a concedere robuste agevolazioni fiscali alle famiglie sempre per convincerle a «comprare americano». Non sono passati che pochi mesi, che già si vedono pesanti reazioni. Hyundai Motor Group (il Gruppo) ha reso noti i suoi piani per siglare una joint venture per la produzione di batterie per veicoli elettrici (EV) negli Stati Uniti con il partner SK On. A novembre 2022, il Gruppo Hyundai ha firmato un memorandum d’intesa con SK On per garantire la fornitura di batterie per veicoli elettrici per il Nord America.
Il valore totale dell’investimento per la joint venture è stimato in circa 5 miliardi di USD e permetterà la realizzazione di un impianto di produzione di celle per batterie nella contea di Bartow, in Georgia, vicino agli stabilimenti statunitensi del Gruppo, tra cui Hyundai Motor Manufacturing Alabama, Kia Georgia e Hyundai Motor Group Metaplant America. L’inizio della produzione di batterie nel nuovo stabilimento è previsto nella seconda metà del 2025 con una capacità produttiva annua di 35 GWh, sufficiente a supportare la produzione di 300.000 veicoli elettrici. Questa mossa permetterà al produttore coreano di poter godere di agevolazioni per rendere più appetibili i suoi prodotti ai consumatori americani grazie al made in USA andando a ruota dell’inflation reduction act del Presidente Biden. Sulla carta è una mossa politica vincente ma sul lungo periodo potrebbe rivelarsi dannosa anche per gli stessi americani. Di sicuro l’Europa ne soffrirà. Si ricorda che anche i cinesi si sono mossi a riguardo e con Ford hanno dato tecnologia per fare anch'essi una produzione made in usa di batterie per le auto elettriche. Alla fine sono tutti giochi delle tre carte che portano però a più posti di lavoro negli USA.