Al salone di Francoforte la svolta elettrica è stata chiara perché non c'è stato CEO che non abbia parlato e annunciato grandi cambiamenti. Parlando dietro le quinte si capiva però che c’era lo zampino della politica. A seguito dei risultati e dell’importanza assunta dai verdi si è avuta conferma e ci si aspetta ora una accelerazione. Ma bisogna capire che non sarà una rosa senza spine perché questa rivoluzione non sarà indolore. E fatto diciamo strano arriva in un momento dove clienti e Case automobilistiche vogliono e propongono auto non certo “verdi”, i SUV. Veicoli che consumano mediamente un 10-15% in più rispetto a una berlina e che quindi vanno in direzione opposta a quanto molti predicano. Il mondo della politica potrebbe avere quindi un effetto dirompente sulle scelte e questo incute timore perché non essendo tecnici possono prendere fischi per fiaschi. E in un mondo sempre più complesso ciò non va sottovalutato da nessuno.
La Germania quindi potrebbe avere ancor più un ruolo da prima donna sull’automobile e il suo mondo e secondo alcuni ingegneri ascoltati al salone di Francoforte dietro le quinte preoccupa che questa svolta possa portare a ridurre gli investimenti sui motori a combustione che negli ultimi due decenni sono migliorati del 35% e ancora un 20% possono dare al contrario del sistema ibrido che non è andato oltre un 15%. Ricordiamo che quest'anno ricorre il ventennale dell'alta pressione e dell'ibrido, quindi si possono ricavare dati interessanti. Inoltre c'è da dire che l'aumento dell'autonomia si è ottenuto ad oggi principalmente con l'aumento dell'energia immagazzinata. Il punto è quindi capire cosa si vuole e cosa sia meglio: se provare nuove strade investendo tantissimo e con impegno anche ambientale per i lavori che richiede fissandosi degli obiettivi, oppure perseguire sulla strada dell’efficienza e della riduzione dei consumi non dovendo impiegare altre risorse. Entrando nello specifico bisognerebbe che si facessero bene i conti su quanto costerebbe all’ambiente cambiare infrastrutture, portare l’energia via cavo, cablare città e costruire fonti che producano l’energia richiesta e anche valutare l’impatto degli accumulatori con la consapevolezza che nel mondo si vendono 100 milioni di veicoli e che l'industria ne potrebbe produrre nei prossimi cinque anni solo un 10% di elettrico o elettrificato quando va bene con costi sempre per pochi. Quindi attenzione a far un gran baccano e grandi investimenti perché potrebbe rivelarsi il classico ago nel pagliaio per poi una volta trovato scoprire che la tecnologia fuel cell c'è e che se si continuava nel miglioramento si inquinava meno.