Ci sono le fabbriche di automobili e le fabbriche che producono sogni con le ruote. Nelle fabbriche che producono automobili oggi c’è poco che emoziona; in quelle dove vengono prodotti sogni con le ruote capita di sentire persino l’odore del legno. O meglio il profumo del frassino! Come nella fabbrica della Morgan. Un’azienda che proprio in questi giorni compie cento dieci anni e che in queste ore mette sulla strada la nuovissima Plus Six, con un nuovo pianale in alluminio, un motore sovralimentato BMW da 335 cavalli, un cambio automatico a 8 rapporti e soprattutto un peso a secco di soli 1075 kg! Una scoperta a due posti dai tratti iper classici ma oggi con una meccanica degna di nota che fa affermare: è la migliore Morgan mai costruita. Ma anche è la biposto che sta davanti a Jaguar F-Type e BMW Z4 con estrema facilità grazie a un peso piuma. Accelera da 0 a 100 in 4.2 secondi e vola a 267 km/h.
Peso ridotto che permette di avere sospensioni migliori per un comportamento e una guidabilità superiore. Un’auto insomma unica come la sua fabbrica che occupa poco più di 200 persone, dove si modella il legno, si taglia l’alluminio a mano e dove tutto è ancora nelle mani dell’uomo. Quindi attenzione a questo marchio che a 110 anni esatti dalla sua nascita ha cambiato marcia anche grazie all'ìngresso di InvestimentIndustrial, un acceleratore di valore che con Morgan potrebbe stupire. Si ricorda che InvestimentIndustrial ha cambiato pelle a Ducati e nel suo portfolio oltre a Morgan nel settore automotive ha anche Aston Martin. Due marchi con potenzialità non solo nel settore automotive ma anche in quello mobility e fashion. Infine una ultima riflessione: oggi sono in tanti a parlare di sostenibilità ed ecologia ma poi fanno auto di plastica e fabbriche che oltre a produrre impattano non poco sull'ambiente. La nuova Morgan è in alluminio con parti in frassino quindi super green; la sua fabbrica non è stata stravolta, è sempre quella dove la robotica non comanda e dove tutto appare più umano, reciclabile quindi sostenibile.
