Northvolt, la mega giga factory di batterie svedese è a secco di…energia! E si parla di licenziamenti pesanti (1600). C’è chi pensa che la crisi sia dovuta al rallentamento delle auto elettriche, ma attenzione non è proprio così. Nata come risposta europea all’industria, consolidata, delle batterie asiatiche, in piena euforia andiamo tutti elettrici, Northvolt ha raccolto moltissimo capitale per l’idea, ha costruito in fretta stabilimenti ma essendo costruita su piedi d’argilla, non poteva succedere che quello che si sta vedendo oggi. Perché nulla si crea dal nulla. Northvolt AB ricordiamo nasce nel 2015 come sviluppatore e produttore svedese di batterie, specializzato nella tecnologia agli ioni di litio per veicoli elettrici. Fondata nel 2015 da due ex dirigenti Tesla, ha il suo primo stabilimento di produzione a Skellefteå, in Svezia e nel 2021 ha annunciato piani per altri cinque in Europa e Nord America.
L'azienda è stata fondata come SGF Energy nel 2015 da Peter Carlsson (ora CEO) e Paolo Cerutti (ora CEO Northvolt North America) che prima di allora lavoravano nella Supply Chain and Operations Planning presso Tesla Motors. Nel 2017, l'azienda ha cambiato nome in Northvolt. Nel 2019 la Banca europea per gli investimenti ha offerto un prestito di 350 milioni di euro, nel giugno dello stesso anno BMW Group, Volkswagen Group, Goldman Sachs e Folksam hanno annunciato che avrebbero investito nella società. In quegli anni ricordiamo che a capo di VW c’era un manager molto amico di Musk e molto convinto del successo dell’auto elettrica e portò Volkswagen ad annunciare anche un accordo per una fabbrica in Germania sempre con Northvolt. Ma poi Volkswagen e BMW non ricevendo batterie hanno cambiato idea e disdettato gli accordi con Nothvolt, anche di 2 miliardi di euro! Insomma, la situazione era nota e non centra nulla con il calo delle auto elettriche che si sta registrando quest’anno. I colossi asiastici come CATL (Cina), LG (Corea), Panasonic (Giappone), SK (Corea), Samsung (Corea), Calb (Cina)… sorridono per la superficialità dimostrata ma anche la faciloneria che tutta l’Europa ha dimostrato in asset su cui pensavano di poter dir la loro. Solo nel 2020 un alto dirigente di una fabbrica asiastica di batterie ci disse che loro sanno stare sulla riva del fiume ad aspettare il cadavere per tanto e poco quando gli chiedemmo un giudizio su questa operazione, e concluse che in questo caso la previsione era di un tempo non lungo. Aveva ragione. Infine una ultima nota: per fortuna che con l'elettrico ci sarebbero stati un sacco di nuovi posti di lavoro...dicevano in molti!