Si è confermato in piena salute in marzo il mercato auto dell’Unione Europea. Nel mese sono state infatti immatricolate ben 1.891.583 autovetture con una crescita dell’11,2%. Decisamente positivo anche il consuntivo del primo trimestre che chiude con 4.141.269 immatricolazioni e con un incremento dell’8,4%. Se questo tasso di crescita dovesse mantenersi nel resto dell’anno, il 2017 farebbe registrare un volume di immatricolazioni di 15.871.000 autovetture, livello che segnerebbe finalmente il superamento del massimo ante-crisi raggiunto nel 2007 a quota 15.573.611. Anche l’Unione Europea complessivamente considerata, come il resto del mondo, si lascerebbe così alle spalle la gravissima crisi che ha caratterizzato la fine del passato decennio e l’inizio del decennio in corso. Dai dati diffusi oggi emerge tra l’altro che l’andamento positivo che sta interessando il mercato dell’auto nell’Unione è solido e bene impostato in quanto interessa praticamente l’intera area.
Il consuntivo del primo trimestre vede infatti in calo soltanto il mercato irlandese (-8,3%). Crescono i piccoli mercati (+11,8%) e crescono i cinque mercati maggiori (+7,3%); crescono i mercati della zona euro (+8%) e crescono i mercati dei paesi che non hanno adottato l’euro (+9,3%). Per quanto riguarda i cinque maggiori mercati da segnalare che il più dinamico è il mercato italiano che nel primo trimestre fa registrare un incremento dell’11,9%, seguito dal mercato spagnolo (+7,9%), da quello tedesco (+6,7%) e da quelli del Regno Unito (+6,2%) e della Francia (4,8%). Secondo il Centro Studi Promotor due sono i fattori che stanno sostenendo le vendite di auto nell’Unione Europea con tassi di crescita decisamente superiori agli incrementi del prodotto interno lordo. In primo luogo vi è ancora un forte contingente di domanda di sostituzione arretrata nei Paesi della fascia meridionale della zona euro. Questa situazione, in presenza di una congiuntura non particolarmente espansiva, ma comunque non negativa, sta determinando forti recuperi, non solo in Italia, ma anche in Spagna e persino in Grecia. In secondo luogo sui mercati che hanno già da tempo recuperato il calo di vendite determinato dalla crisi del 2008, una forte spinta alla sostituzione del parco circolante viene dalla formidabile innovazione che sta investendo l’intero settore dell’auto. Nel 1995 le emissioni sono passate da 186 g/km a 119,6 g/km di CO2 per una riduzione del 36%! Le automobili elettriche, a gas o metano rappresentano il 5,5% e nel 2016 le vendite hanno rappresentato il 4,2%.