Si è appena conclusa la Conferenza Annuale di Bilancio 2019 di Bosch Italia. Bosch nel 2020 sarà la prima grande azienda carbon neutrality. Per il Gruppo Bosch l’Italia è da sempre un mercato importante dove, con un organico di circa 6.000 collaboratori, la multinazionale tedesca è attiva con 19 società e 4 centri di ricerca. Nel 2018 il volume d’affari è stato ancora una volta importante, con un valore attorno ai 2.5 mld di euro, seppur leggermente inferiore rispetto al 2017. “Come da previsioni il 2018 si è caratterizzato per una complessa situazione economia e geopolitica, ma Bosch Italia è riuscita ad affrontare e gestire il periodo” - ha dichiarato Gerhard Dambach, Amministratore Delegato del Gruppo Bosch in Italia. “Per il 2019 la situazione contingente è ricca di sfide, ma siamo convinti che la diversificazione della nostra azienda possa offrire numerose opportunità di business, per affrontare tale contesto attraverso la competenza tecnologica” - ha evidenziato Dambach.
Parole pacate e tranquilizzanti ma in Bosch, e non solo, cresce la preoccupazione sul messaggio negativo che sta passando riguardo al motore a gasolio. La campagna di demonizzazione del Diesel sta favorendo le vendite delle auto a benzina e conseguentemente è in forte aumento l’emissione di Co2; ma anche sta mettendo in crisi una eccellenza tecnica tutta europea con conseguenze sociali e soprattutto strategiche importanti. Oggi si parla sempre più di mobilità elettrica e alcuni studi rimarcano come l’auto elettrica inquini meno rispetto a un’auto a benzina o a gasolio ma, se si vanno ad analizzare approfonditamente questi report, si scopre che considerano batterie di ridotta capacità per far stare in piedi i… numeri. Perché l’impatto sulla produzione delle batterie è esponenziale con la loro capacità. Quando si ragiona su quale sia la soluzione più sostenibile per l’ambiente e la salute inizia così un Risiko di mosse da parte di ognuno che alla fine manda in default chi non entra fino in fondo e al tempo stesso riesce a mantenere una visione globale, perché la materia è davvero vasta e comprende interessi a 360°, compresi quelli economici, industriali e conseguentemente anche sociali. Molti promettono che l’auto elettrica avrà un futuro radioso grazie all’evoluzione tecnica ma dalle parole ai fatti si vede ancora gran poco e quello che viene mostrato non ha senso. Quando si parla di maggiore autonomia delle auto elettriche è perché ci sono pacchi batteria più grandi e quindi più inquinanti da produrre; quando si chiede dove finiscono le batterie esauste non ci sono mai risposte chiare. Così c’è chi dice sotto terra e chi giura che vengano smaltite ma con costi economici e ambientali di non poco conto. Oramai è passato il messaggio che l’auto elettrica non inquina ma non è vero perché l’energia che consuma ha un suo impatto. E non c’è solo quella da considerare. Sui motori termici invece si continuano a registrare passi in avanti e sui diesel in particolare. Le emissioni degli ossidi d’azoto sono precipitate tanto che oggi c’è chi arriva addirittura a sostenere che i motori a gasolio siano diventati delle “cleanmachine” perché l’aria che “respirano", attraverso i filtri di cui sono dotati e con la reazione del sistema ad blue la restituiscono più pulita. Ma soprattutto sono quelli che permettono di muoversi consumando meno energia perché permettono di avere veicoli più leggeri rispetto a quelli elettrici. Bosch assieme a molti costruttori si trova oggi in una posizione non facile ma ha gli strumenti per fare chiarezza e sarebbe il momento che li usasse. Perché se così non faranno viene da dire: "è perché c’è qualcosa che davvero non va".