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20 gennaio 2017

Pandakar mission possible

Prova e riprova alla fine ci sono riusciti. Nella corsa più dura al mondo, la Dakar 2017, una Fiat Panda 4x4 Cross, denominata PanDakar, dotata di un potente ed efficiente motore 2.0 Multijet da 180 CV ha tagliato il traguardo dopo ben 9 mila km di…sofferenze, a conferma sia della buona preparazione della vettura e del team sia della base che ha reso possibile un sogno diventato un incubo. La straordinaria impresa di PanDakar è merito dal team Orobica Raid, nato nel 2008 e guidato da Giulio Verzeletti, specializzato in raid di lunga durata, come la Dakar. Questo risultato merita attenzione perché dimostra come ancora una volta sia possibile partecipare a una gara incredibile e arrivare fino in fondo con un progetto raffinato ma non esagerato. E mette in evidenza la capacità italiana nel motorsport che ha pochi uguali e lunga tradizione sia in pista sia nelle marathon.

Fiat PanDakar

I componenti del team vantano una lunghissima esperienza nel settore, e tra tutti i membri si contano oltre 40 partecipazioni! Grazie al preziosissimo contributo di Nicola Montecchio che ha curato con successo l'intero aspetto motoristico, in particolare quello legato alle elevate altitudini raggiunte e percorse durante l'intero raid, hanno condotto la PanDakar al grande traguardo gli italiani Giulio Verzeletti, pilota con all'attivo 15 Dakar in moto, auto e camion, e Antonio Cabini, che ha partecipato a ben 20 Dakar in moto, auto e camion ed è cremasco, fratello del Presidente dell’Associazione Industriali di Cremona. E che porta ancora una volta la città di Cremona al vertice nel motorsport. 12 tappe, tre Paesi attraversati, Argentina, Bolivia e Paraguay, quasi 9.000 km, di cui più di 4.000 km di estenuanti prove speciali non hanno fermato la PanDakar. Per ben 5 giorni e più di 2.200 km sia la vettura sia l’equipaggio hanno dovuto fronteggiare le problematiche dovute alla carenza di ossigeno perché mai si è viaggiato sotto i 3.500 metri. Inoltre, le temperature spesso superiori ai 40°, unite all'estrema variabilità del tempo, hanno contribuito a mettere a durissima prova sia la resistenza meccanica della PanDakar, che quella fisica dell'equipaggio nonché le sue doti di arrampicatrice su fondi infidi. In più Verzeletti e Cabini hanno dimostrato una tempra fuori dal comune perché correre su quei terreni con una vetturetta non certo con sospensioni dalle elevate escursioni come quelle dei prototipi fa davvero tanta differenza. Dopo anni di tentativi la PanDakar è quindi riuscita nell'impresa che sembrava "mission impossible".

Fiat PanDakar