Honda chiude con l’Europa, a trent’anni esatti dal suo sbarco con i famosi impianti cacciavite per aggirare (già allora c’erano) i dazi. Nel 2021, quando uscirà di scena il modello Civic, Honda chiuderà sia l’impianto inglese sia quello turco. Honda continuerà a vendere automobili in Europa ma tutte arriveranno dal Giappone o da altri impianti in altri Continenti. La Brexit centra ma non è tutto. Attenzione che viene troppo strumentalizzata. Honda chiude perché si stanno spostando i centri d’interesse ma soprattutto perché i venti rivoluzionari (elettrificazione, blocco auto nelle città…) fanno pensare che si vada incontro a un periodo non certo facile soprattutto per chi è il primo produttore al mondo di motori a combustione. Soprattutto in Europa, complici anche le folli tasse sulle emissioni ma anche l'accanimento sui motori termici. Quindi è meglio smobilitare. Poi c’è anche da dire che la tecnologia oggi è meglio averla in casa e non condividerla con altri.
Nella cittadina inglese di Swidon dove il 55% dei cittadini ha votato per la Brexit, Honda non darà più lavoro a circa 5 mila persone tra dipendenti e indotto. C'è preoccupazione ora per come si comporteranno i dipendenti e le rivendicazioni sindacali. Ricordate cosa successe nelle fabbriche inglesi dell'automobile negli anni settanta? Va bene che i tempi sono cambiati, ma forse è meglio iniziare a prestare attenzione all'auto che si acquista dove viene prodotta e che futuro avrà.