La fabbrica Cina dell’auto si è rimossa e giungono voci che sia ripartita con il turbo. Sia dai costruttori cinesi sia da quelli stranieri ma con stabilimenti in loco giungono voci rassicuranti e in alcuni casi anche la distanza non viene più di tanto contata grazie all’impiego delle mascherine. Sulle linee di produzione tutti sono mascherati e le catene girano svelte. Tutto questo sembra essere molto incoraggiante e lascia presuppore un futuro roseo per l’industria dell’auto. La fase più brutta dicono alcuni analisti oramai è alle spalle ma ce ne sono altrettanti più prudenti. Chi avrà ragione solo il tempo lo dirà, nel frattempo ci si accontenti di questo raggio di sole. Infine attenzione alle mosse dei cinesi sull’industria dell’auto: sembra che alcuni Gruppi cinesi stiano seriamente pensando a invasioni decise. Non si è capito bene dove e come ma c’è movimento. Forse dovuto anche al fatto che il mercato in Cina sta soffrendo soprattutto nelle grandi città, tant'è che anche Gruppi importanti come VW si sono dovuti inventare un brand (Jetta) per conquistare tipologie di consumatori che non erano stati considerati.
Come si sa tutto quanto riguarda la Cina va preso con le molle e ben pesato. Il mercato più grande e che più è cresciuto e ha reso tanti tanto grandi sicuramente ha ancora molta benzina anche perché il virus sembra sia riuscito a contenerlo molto bene e molto ben localizzato quindi potrebbe anche per questo sorprendere. Nel frattempo in Europa si è registrato ad aprile il calo più violento di sempre sulla vendita del nuovo: le immatricolazioni sono scese da 1.345.181 dell’aprile 2019 a 292.182 dell’aprile scorso in tutti i mercati nazionali dell’Europa Occidentale. La contrazione più contenuta è quella del piccolissimo mercato norvegese (-34%), mentre il calo più drammatico lo fa registrare l’Italia (-97,6%), che batte sul filo di lana il Regno Unito (-97,3%).