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17 aprile 2023

Limiti 150 km/h

Sul tema limiti arriva a parlarne anche Altroconsumo. E’ contrario e tra le tesi cita il maggior impatto ambientale che questa scelta comporterebbe. Per sostenere questa tesi cita testualmente: “Ad esempio, un’auto che a 130 km/h consuma 8 litri ogni 100 chilometri, viaggiando a 150 km/h consumerà circa 9,7 litri. Conseguentemente, l’aumento dei consumi porterebbe ad innalzamento delle emissioni di CO2 direttamente proporzionale al consumo di carburante, cioè 10% in più di emissioni ogni 10 km di velocità in più. Quindi, viaggiando a 150 km/h anziché a 130 km/h, si può stimare un aumento delle emissioni di CO2 del 20%.” Altroconsumo non dice non solo con che automobile ha fatto questo calcolo, ma anche con che motore, gomme… Il tema è importante perché, ad esempio concreto, un automobilista che guida una Golf diesel 1.

Limiti 150 Salvini Altroconsumo

6 TDI a 150 km/h consuma la metà di un cittadino che viaggia ad esempio su una Porsche Cayenne Hybrid a 130 km/h! Quindi non è tanto la velocità a far la differenza ma la tipologia di auto e di motore a cambiare e tanto il risultato, a favore di portafogli ed ambiente. Più si consuma più si inquina. Ma c’è dell’altro: Altroconsumo tira in ballo la sicurezza. E comunica che servono oltre 40 metri in più per arrestarsi da 130 a 150. Peccato che non sia vero. Dopo aver verificato con prove strumentali più di 2000 vetture, in vent’anni di prove e test, a 130 km/h in media l’arresto avviene tra i 70 e i 60 metri a seconda dell’impianto frenante, delle ruote, della vettura… E a 150 km/h in 90-95 metri. Quindi non sono 40 metri di differenza. Ne mancano 10, non pochi, l’ingombro di due auto. E sul tema spazi di arresto, se proprio si vuole essere seri, andrebbe messo in evidenza che un’auto elettrica rispetto a una termica richiede più spazi. Ma perché questo non lo dicono? Inoltre attenzione anche quando affermano che: “…all’aumentare della velocità, cresce la possibilità che l’auto sbandi e che si possa perdere il controllo in caso di un rapido e brusco input sul volante. In autostrada una manovra di questo tipo potrebbe essere necessaria, ad esempio, quando bisogna reagire prontamente a un cambio di corsia non segnalato e improvviso da parte di un altro conducente”. Ebbene, anche al di sotto dei 100 all’ora un cambio repentino mette in difficoltà, quindi tra 130 e 150 nulla cambia. Vi ricordate il test dell’Alce, che aveva messo in crisi negli anni ’90 la debuttante classe A di Mercedes, a quanto avveniva? Meno di 80 km/h e c’è chi non li passa ancora oggi ma nessuno oramai ne parla più. Figuratevi che differenza possa esserci tra scartare a 130 o 150 km/h! Tornando ai fatti, aumentare i limiti significherebbe permettere di percorrere ogni chilometro in 4 secondi di tempo in meno, per un risparmio di circa 15 minuti ogni 200 chilometri ma soprattutto permetterebbe alle persone di tornare a guidare con l’attenzione dovuta, limitando distrazioni varie, che oggi sono la causa maggiore dei tanti incidenti sulle autostrade. L'innalzamento dei limiti si ricorda infine che riguarderebbe solo alcune tratte, con specifici requisiti: ad esempio avere almeno tre corsie, un percorso per lo più rettilineo ed essere dotate di sistemi tutor per il controllo della velocità. La modifica potrebbe entrare in vigore con il nuovo Codice della strada, anche se quello ora in vigore già prevede questa possibilità - come riportato nell’articolo 142 - ma, ad oggi, nessun tratto autostradale italiano ha applicato un limite di velocità più alto a 150 km/h, sia per tematiche assicurative sia perché, non dimentichiamoci, molte tratte prima erano gestite da privati che lesinavano sugli investimenti. Oggi non sembra più essere così. Per fortuna.