Le portiere ad apertura contro marcia, tecnicamente, sono un no sense. Perché la costruzione più complessa comporta più peso e più complicazioni nella sigillatura dell’abitacolo e come praticità sono un disastro. Provate a prendere la maniglia per chiuderle da dentro. Inoltre se state salendo con altre presone dallo stesso lato si va in contrasto. Oggi vediamo che due supercar, la Rolls Royce Cullinan e la Ferrari Purosangue le hanno adottate e molti si chiedono i motivi. Le portiere ad apertura controvento nei primi del novecento fino a metà di quel secolo erano una vera mania non solo per le auto prestigiose ma anche per quelle popolari. Non si dimentichi la 600 ma anche le 500 prima generazione. A tal proposito i giovani aspettavano le signore scendere da quelle vetture per vedere le…gambe. Erano altri tempi. Poi sono cadute in disuso perché ritenute oggettivamente meno pratiche. Sono state rispolverate con la scusa della sicurezza, in quanto proteggono chi scende da incontro con “oggetti” indesiderati, moto e bici, da Mini, Opel e anche BMW per la i3.
Ma nessuna auto di queste che le ha adottate è stata un successo e quando si parlava con i tecnici maledicevano le scelte fatte dal marketing. Perché appunto non era mai stata l’ingegneria a sceglierle ma il marketing. Rolls e Ferrari le hanno scelte per le loro ultime nate e fa pensare anche questa volta che sia più una scelta di marketing e portano a dire che il detto “anche i ricchi piangono” è più che mai veritiero. Scendere da dietro della Rolls è più facile perché sono grandi e motorizzate quindi si possono anche non toccare in quanto provvederà lo chauffeur alla loro movimentazione ma sulla Ferrari invece bisogna allungarsi per farle muovere e bisognerà contorcersi più di un pochino per entrare ed uscire perché lo spazio tanto non è. Che su un’auto lunga quasi 5 metri non è il massimo. Forse un po’ più di quella ingegneria intelligente che ha fatto grandi le piccole Fiat del presente ma soprattutto del passato sarebbe stata d’aiuto.
