La Commissione europea ha comunicato la proposta per bloccare la vendita delle auto benzina e diesel già dal 2035. La proposta fa parte di “Fit for 55”, il pacchetto di riforme climatiche pensato per ridurre, entro il 2030, le emissioni di CO2 del 55% rispetto ai livelli del 1990. Se questa proposta passerà tutti gli europei dovranno acquistare solo auto elettriche o a idrogeno già dalla metà del prossimo decennio. Ibride, gpl, metano…tutte spariranno! La proposta indica che gli Stati membri dell’Unione installino punti di rifornimento a intervalli regolari sulle principali autostrade ogni 60 chilometri per le elettriche e ogni 150 chilometri per il rifornimento di idrogeno. Il braccio di ferro tra i fautori di questa proposta e i denigratori ha inizio. E sarà una sfida senza esclusione di colpi. Anche perché di interessi ce ne sono davvero tanti. A pensare rapidamente viene da dire che c’è poco rischio calcolato e che sia un vero salto nel buio.
Perché significherebbe non solo perdere completamente molti settori ma anche andare ad incidere pericolosamente sull’ambiente con la creazione di nuove fabbriche e molteplici attività sul cui reale impatto ambientale non c’è alcuna certezza. L’unica è quella che molti potranno arricchirsi a sfavore di altri e che l’economia dovrebbe vincere ancora una volta. Ma attenzione, magari non quella europea. E non a caso il piano ha messo in luce fratture "familiari". Gli Stati membri più poveri sono diffidenti nei confronti di tutto ciò che aumenterà i costi per il consumatore, mentre i Paesi che dipendono da centrali elettriche a carbone e miniere vogliono garanzie di maggiore sostegno per una trasformazione che provocherà dislocazione e richiederà una riqualificazione di massa. Molti costruttori automobilistici che stanno svoltando sull'elettrico da una parte la vedono come una golosa opportunità per ristrutturarsi riducendo dipendenti e affidandosi ancor più ai componentisti, altri in base a queste decisioni vedono il rischio di un forte calo di utili che li potrebbe obbligare a dipendenze da altri molti pericolose. Attenzione anche che in Europa stanno pensando a tassazioni maggiori sui carburanti per autotrazione così da disincetivare pure l'uso di auto a benzina e diesel a favore di una riduzione del costo dell'energia. Ma anche qui c'è chi grida al pericolo perché per un po' potrebbe anche funzionare ma poi nel tempo quando l'energia elettrica non godrà più dei sussidi saranno dolori.Infine attenzione: molti parlano di dislocare attività e questo cosa comporterà? Che il lavoro sporco andrà in altri Paesi ma poi comunque di benefici veri all'ambiente gran pochi ve ne saranno. Non si dimentichi mai infatti che il pianeta ha un'aria unica e non separata a zone. E che già nel recente passato si è visto che Paesi importanti hanno dato centrali a carbone ad altri Paesi solo per far vedere che loro erano "puliti" ma poi comunque si servivano di quella energia. Infine questo piano non si sottovaluti che porterà a una esclation di nuove centrali nucleari. E a tal proposito in pole position c'è la Polonia che comunque a oltre 100 mila persone legate all'indotto del carbone. Comunque la proposta sarà sottoposta a ogni singolo Paese dell’Unione e quindi oggetto di discussione. Modifiche, anche sostanziali, prima della presentazione alla votazione sono quindi possibili.