La scuola delle corse ha regole precise e quella fondamentale suggerisce che la leggerezza è, assieme alla potenza, l'elemento chiave delle prestazioni. Alfa Romeo ha esteso questo principio alle automobili stradali e questo approccio ha fatto la differenza nel trasformare la meccanica delle sue auto in una sorgente di emozioni e di piacere di guida, anche indipendentemente dalla velocità. Infatti essere "leggeri" significa essere più agili ed esaltare la potenza e la sensazione di controllo in ogni circostanza. Per ottenere il risultato di limitare il peso ai tecnici sono richieste le soluzioni costruttive più evolute, utili a risparmiare chili (ma anche etti o grammi) ovunque sia possibile, senza compromessi con la robustezza e la durata dei vari componenti. Il risultato ottenuto nel caso della Giulia Quadrifoglio rappresenta più di ogni altro dove può portare la filosofia costruttiva di Alfa Romeo.
Questo esempio di berlina sportiva vanta un rapporto peso potenza inferiore a 3 kg/CV proprio per la capacità di coniugare le straordinarie prestazioni del motore V6 biturbo con l’ampio impiego di materiali ultra-leggeri per tutte le parti del veicolo. Ad esempio: la fibra di carbonio per l’albero di trasmissione, il cofano e il tetto o l’alluminio per motore, freni, sospensioni, parti strutturali (inclusi i duomi anteriori e i sottotelai anteriore e posteriore) e molti componenti di carrozzeria quali porte e parafanghi. Nel caso dei freni poi il ricorso a elementi di alluminio e dischi carbo-ceramici ha il doppio risultato di ridurre sia la massa totale sia quella delle cosiddette "masse non sospese", fondamentale per il comportamento su strada. Anche la traversa posteriore di sicurezza è realizzata con composito di alluminio e materiale plastico, e i sedili sono caratterizzati da una struttura a guscio di materiale composito. Quella del ricorso ai materiali leggeri è un metodo che Alfa Romeo ha perseguito nel tempo con risultati che hanno consentito alle proprie vetture di primeggiare nelle gare come sulle strade di tutti i giorni. Fra gli esempi più noti in campo automobilistico c'è la scelta, negli anni cinquanta, di realizzare per la Giulietta un motore bialbero interamente in lega leggera, soluzione mai uscita prima di allora dall'ambito esclusivo degli speciali propulsori da competizione. Le leghe speciali di alluminio sono state ancora un elemento di distinzione negli anni 60 e settanta sulle mitiche GTA ma anche delle Alfa GTV e Spider del 1995 a trazione anteriore volute dall’ing. Cantarella nelle quali il telaietto posteriore era realizzato il lega leggera con il particolare processo di thixocasting per ottenere una struttura rigida e minimizzare il peso. Il re della leggerezza rimane comunque Colin Chapman il fondatore della Lotus che andava a estremizzare tutto così che con poca potenza potesse avere super prestazioni. Oggi che c'è molta attenzione sull'ambiente e sui consumi il concetto di leggerezza diviene ancora più importante perché permette di muoversi con minore energia e quindi impattare meno.