Costa tanto: 58.900 euro. Ben 15 mila in più di una BMW X1 a trazione integrale con il parco e prestazionale diesel ibrido da 190 cavalli e addirittura solo 500 euro in più della X3 con il diesel 3 litri ibrido! Porta come cognome Suzuki, come nome ti passa la voglia di pronunciarlo: Across 2.5 plug in 4WD E-CVT. E’ una SUV ibrida lunga 464 cm e larga 186, alta 169 cm. Sotto il vestito c’è meccanica Toyota, più specificatamente della RAV4. Quindi motore benzina quattro cilindri 2.5, tre motori elettrici di cui uno sull’asse posteriore per garantire motricità non solo all’asse anteriore, cambio a variazione continua. Sulla carta ci sono ben 306 cavalli ma chi si aspetta prestazioni da oltre trecento cavalli rimarrà deluso perché oltre i 180 km/h di velocità non va (molte sue rivali che costano meno superano i 220 km/h) e accelera sì svelta da 0 a 100 (attorno ai 6 secondi) ma solo fin quando la batteria ha energia. Quando si scarica infatti le prestazioni dipendono dal motore termico di 2.5 litri che essendo aspirato, a ciclo Atkinson… non è certo motore da riferimento e
fa quello che può forte di 185 "ronzini" che si trovano a dover muovere più di duemila kg in ordine di marcia con due passeggeri a bordo! Un motore che in virtù della scelta di adottare il ciclo Atkinson ha pochissima coppia ai bassi che finché ci sono i motori elettrici ad aiutarlo di nulla ci si accorge ma poi… Certo, l’auto è plug in quindi ha una batteria capace da oltre 18 kwh che permettono di percorrere ben più di 50 chilometri in città muovendosi piano con la sola trazione elettrica ma quando si cercano prestazioni si scarica in fretta e quindi ci si ritrova con il solo benzina. In più c’è il problema cambio: il solito CVT che quando si preme a fondo sull’acceleratore imballa il motore e causa coppia ridotta non è mai accompagnato da una spinta adeguata.
Per quanto riguarda la trazione integrale nasce “zoppa” perché non c’è albero che trasmette il moto dal motore termico alle ruote posteriori: tutto è demandato a un motore elettrico che dipende dalla batteria e il motore elettrico non è un mostro di potenza. Quindi non si pensi di essere inarrestabili o di poter affrontare fuori strada impegnativi. Non è una 4x4 Suzuki ovunque posso andare. Tanti gli aiuti al guidatore: il sistema PCS aiuta a prevenire le collisioni monitorando la strada che precede tramite radar a onde millimetriche e telecamera monoculare. Il controllo avvisa il guidatore della possibile collisione e supporta il processo di frenata se il conducente non reagisce in modo appropriato; il sistema RCTA aiuta ad evitare impatti durante le fasi di retromarcia. Se i sensori rilevano la presenza di un veicolo nell’angolo cieco posteriore, il conducente viene allertato tramite spia lampeggiante sullo specchio retrovisore esterno associato ma qui si poteva fare meglio magari attivando anche i freni come avvertimento più percepibile; il sistema LTA interviene sulla gestione dello sterzo per mantenere il veicolo al centro della carreggiata in presenza delle linee di demarcazione della carreggiata. Manca un sistema di aiuto su fondi a ridotta aderenza soprattutto utile nelle discese. Per quanto riguarda lo spazio per i passeggeri nulla da dire come per i bagagli. I sedili anteriori sono molto comodi e ben strutturati ma alla lunga attenzione che ad alcuni può infastidire il poggiatesta molto pronunciato in avanti. I sedili posteriori sono invece basici e poco trattenitivi, hanno il vantaggio di poter regolare lo schienale nell'inclinazione. Questa Suzuki entra a pieno diritto nell’area Disapproved oltre che per il prezzo molto elevato anche perché non offre il navigatore (bisogna usare quello del proprio telefono), perché ha un serbatoio benzina piccino da 55 litri che si svuota in fretta soprattutto in autostrada, una batteria ricaricabile attraverso le colonnine da soli 3.3 kW che obbliga a soste minime di ben 5 ore. Giusto da sapersi: la Citroen C5 anch’essa plug in ha una tecnologia nettamente migliore perché il caricabatterie interno accetta 7.4 kW, quindi più del doppio, il che significa che in meno di due ore si fa il pieno mentre lo ricordiamo con la Suzuki ce ne vogliono 5!
E poi entra nell’area Disapproved perché grazie all’ibrido plug in è stata omologata per una percorrenza media di ben 100 chilometri con un litro di benzina che diventano una vera chimera non appena si percorrono più di 50 chilometri senza attaccarsi alla spina. Infine una nota più tecnica: il pianale qui sotto si vede è stato "violentato" di componenti necessari al più complesso sistema ibrido plug in. I pesi in gioco e la loro distribuzione è stata curata in modo certosino come tradizione dei giapponesi ma non ha permesso miracoli. C'è tanta roba a sbalzo delle ruote anteriori, quindi molto carico e un retro cons sopensioni complicate e elastiche. Il tutto comporta che tra le curve o in manovre d'emergenza fa lavorare molto l'ESP. Insomma, non permette di avere una dinamica buona. E non a caso forse la sua gemella Rav 4 Plug-in Hybrid non ha superato la manovra di emergenza 'test dell'alce' cui è stato sottoposto dalla rivista specializzata Teknikens Värld lo scorso mese.