ApprovedSi riconosce per la S gialla e per lo sportellino del rifornimento corrente, posto davanti alla portiera lato guida. Dietro la porta posteriore sul lato destro rimane invece lo sportellino per il rifornimento di benzina.
La Mini Countryman Plug In chiamata Cooper S E viene proposta a partire da 38 mila euro, ma un buon un motivo c’è: è la prima Mini della storia con tecnologia plug in, che significa avere a disposizione due motori con presa di corrente per la ricarica del pacco batteria a servizio del motore elettrico.
La Mini Countryman Plug In costa come una SD a trazione integrale da 190 cavalli che raggiunge i 218 km/h e accelera da 0 a 100 in 7,4 secondi ma ha più cavalli pur andando di meno come velocità massima, 198 km/h, mentre come accelerazione le da' la birra con un tempo di 6,8 secondi ma attenzione che questo tempo si ottiene solo quando c’è carica nell’accumulatore.
Quindi come tutte le ibride le prestazioni in accelerazione sono a….tempo!
Sotto il cofano anteriore c'è un 1.5 da 136 cavalli a benzina non certo silenziosissimo, sotto il bagagliaio c’è un elettrico da 88 cavalli servito da un pacco batteria, che si può caricare con la spina anche in poco più di 2 ore se si usa un sistema adeguato e promette più di 40 chilometri di autonomia in sola modalità elettrica. Raffinata e complicata da usare se si vuole sfruttare il beneficio dell’ibrido plug in, perché bisogna programmarsi sia come stile di guida sia come gestione dell’acceleratore, quando viaggia in modalità elettrica è una trazione posteriore che diventa 4x4 quando si viaggia ibridi o il fondo è sdrucciolevole, rimanendo tale fin quando le batterie non si scaricano, mentre quando a spingere è il solo motore a benzina è una trazione anteriore. Quindi attenzione, ad esempio, se si va in montagna d'inverno e c'è neve perché dopo una salita si rischia di arrivare con poca batteria e quindi trovarsi con spinta ridotta sull'asse posteriore.
La Mini Countryman plug in pesa 125 kg in più rispetto alla SD con trazione integrale più potente, chili che ben si percepiscono al volante sia come prestazioni, non certo esaltanti, sia per l’inerzia nei cambi di direzione tra le curve nonché quando si va a frenare. Mini particolare, la Countryman Plug In ha cambio automatico ma non ha la regolazione dell’assetto come le sue sorelle, quindi è rigida quasi quanto la prima generazione e offre meno spazio interno. Inoltre ha il divano posteriore leggermente rialzato e non scorrevole ma il pregio di avere 40 chilometri di autonomia elettrica la rende ideale nelle ZTL cittadine come nessun’altra sua sorella. Infine una considerazione sui consumi: bisogna chiarire che i consumi di carburante dipendono molto dall’impiego, perché più si va elettrici meglio è ma la carica non è eterna e, una volta finita, si ha un motore a benzina che deve anche aiutare a tenere viva la batteria e portarsi appresso ben più di 100 kg aggiuntivi.
Quindi la Mini Countryman Plug in la si consiglia? Con il cuore no, perché non è reattiva e sempre costante nelle prestazioni; con la ragione da una parte sì, in quanto permette, essendo elettrica, per 40 km di muoversi dove altri non possono ma anche no perché in molte situazioni non è così efficiente come altre sue sorelle in quanto ha una tecnologia con molti chiari ma anche altrettante zone d’ombra che se non venisse premiata da normative a suo favore non avrebbe tutta questa ragione di esistere. Viene quindi inserita nella sezione approved perché chi legifera premia questa soluzione tecnica e nel futuro varrà anche di più rispetto alle altre sue sorelle. Ma non si pensi assolutamente che sia più piacevole da portare e sul tema del "rispetto dell’ambiente" se ne dovrà parlare più approfonditamente.