La Cina continua a esportare sempre più e a importare sempre meno.
Per il governo cinese è ossigeno, per gli altri governi anidride carbonica.
In occidente c’è la preoccupazione crescente che questa corsa industriale cinese metta a rischio quella degli altri, con pesanti ricadute sull’occupazione, in particolare per quella USA e UE. Fioccano in queste ore riflessioni su importanti giornali americani ma anche in ancor più importanti governi.
Detto tra di noi ci si accorge un po’ tardi e attenzione che poi oggi con l’automazione sempre più spinta gli stabilimenti non occupano più come un tempo. Ma al di là di ciò quello che più emerge è che in Occidente si gioca in difesa e poco o per nulla si pianifica. Tutto il contrario di quanto fanno gli orientali.
Il motivo per cui si asserisce che ci si accorge un po’ tardi di questa situazione è semplice: da tempo si sa che la domanda interna cinese non è più forte come un tempo, tanto che non a caso già diversi anni fa (ne parlammo già nel 2019 proprio su Overmobility - https://overmobility.com/warning/6-settembre-2019-industria-auto-mondo-andamento-mercato-settembre-2019) Volkswagen si vide costretta a scendere in Cina con il brand low cost Jetta per cercare di arginare la domanda in flessione ; poi perché è da tempo che il governo cinese ha svoltato sull’espansione industriale che sostiene fortemente anche per compensare la crisi immobiliare oramai già da 3 anni ben evidente; infine è da almeno dieci anni che l’industria cinese dopo aver copiato si è spinta sull’innovazione e da coniglio che segue la carota è passata a far la lepre. Complici le scelte politiche sull’elettrificazione a sfavore del diesel che ricordiamo nessuno è riuscito a rendere tanto prestazionale efficiente e pulito come quello dell’industria nostrana.
Oggi ci troviamo quindi con un valore delle importazioni dello scorso giugno sceso del 2,3% rispetto all'anno precedente, attestandosi a circa 209 miliardi di dollari, mentre le esportazioni sono aumentate dell'8,6%, raggiungendo i 308 miliardi di dollari, generando un surplus da record (99MLD di dollari) che non dovrebbe più di tanto quindi sorprendere.
Questa situazione porterà sicuramente ancor più l’industria cinese legata alla mobilità ad espandersi anche al di fuori dei loro confini con impianti produttivi. Ricordiamo che al recente stabilimento in Thailandia, il costruttore cinese BYD starebbe per aprirne un altro in Turchia con capacità annuale di 150 mila veicoli; Chery dovrebbe iniziare a produrre a Barcellona, con i marchi Omoda e Jaecoo, recuperando uno stabilimento che Nissan ha chiuso nel 2021, un impianto da circa 1600 dipendenti… Geely in Europa è dentro Mercedes, Renault, ha Volvo e London Taxi… Ma soprattutto c’è anche grande attenzione al tema batterie con il colosso CATL in pole position.
In USA e UE le mosse che la politica nostrana sta pensando sono molte e tutte in difesa: c’è chi invoca dazi sempre più restrittivi, chi spinge per alleanze (anche da noi in Italia c’è chi ipotizza la vendita di marchi storici ai cinesi come quello Innocenti ma anche Autobianchi, attenzione sono di Fiat) ma nessuno che alzi lo sguardo per una visione meno miope cercando anche di documentarsi un po’ meglio. La storia non sembra a tutti importare quando è basilare e maestra di vita. Altro che dati ed espertoni o IA a tutto gas.
Cambiare gioco è imperativo mettendo al centro la qualità e la longevità dei prodotti che dovrebbe essere il traguardo più importante per tutti da raggiungere, anche in ottica di sostenibilità. E dove anche i cinesi dovrebbero impegnarsi assai di più. E che oggi è sfuggita completamente dal radar di tutti perché significa conoscenza sul prodotto auto e non solo.
Riguardo l’eventualità di una rinascita dei marchi Innocenti e Autobianchi sotto la forza del Dragone c’è poco da dire: se ci troviamo con Lancia prodotte in Spagna, Alfa in Polonia, c’è poco da fare gli schizzinosi. Anche se a noi non piace che questi marchi vengano sottratti con “forza” a chi li possiede e non li usa. Certo, marchi che non ha proprio pagato, ma anche qui andrebbe fatto approfondimento. Possibile che non si possa fare anche un progetto industriale tipo IRI dei bei tempi che furono??? Innocenti ha iniziato con i tubi, poi la Lambretta, quindi è cresciuto come stabilimento cacciavite per la Mini di Alec Issigonis e nessuno di scandalizzò, eccetto l'Avvocato o meglio Valletta.
La partita purtroppo deve essere chiaro ci vede davvero in netto svantaggio.
Bisogna prendere atto che si è sbagliato. O meglio che qualcuno ha sbagliato e a quel qualcuno semmai andrebbero addossate le colpe per capire come non ripetere certi errori. Ma c’è anche da aggiungere che bisognerebbe ritornare a meno sostegni e interventi di denaro pubblico per il commercio, più presenza in fase decisionale di persone che sappiano di cosa si sta parlando e di quali siano le reali forze in campo. In poche parole seria politica industriale. E si aggiunge pure che andrebbe imposto a molti top manager traguardi chiari che se non venissero raggiunti farebbero sparire i loro lauti compensi anche del 99.9%. Tanto, con i diversi milioni di euro all’anno che si portano a casa per questi risultati anche uno 0,1% sarebbe ancora troppo.