Le vendite di veicoli elettrici (EV) stanno aumentando vertiginosamente in Europa e negli Stati Uniti.
A fronte di questa escalation dell’auto elettrica però non corrisponde un’infrastruttura adeguata.
Attenzione: In Italia bisogna prendere coscienza dei risultati ed apprezzare che oggi ci sono 23.275 stazioni di ricarica contro le 3.400 del 2018, ma ancora tanta strada c’è da fare. E non sarà un viaggio indolore.
Il motivo è presto detto: molti governi locali sono a corto di liquidità e hanno altre priorità che costruire una rete di punti di ricarica sui marciapiedi.
Il settore privato anch’esso è al palo con poche startup specializzate sui sistemi di ricarica dei veicoli elettrici non solo per i costi ingenti ma anche perché la tecnologia corre e bisognerebbe avere linee guide e sostegni importanti che solo il pubblico o le grandi compagnie possono fornire.
Una stazione di ricarica da marciapiede costa attorno ai 9/10 mila euro ma c’è chi pensa che potrebbe scendere questo prezzo anche sotto la metà. Rimangono comunque tanti soldi. Meno costerebbe attaccarsi ai pali della luce, si stima attorno ai 2 mila euro ma con questa soluzione non si otterrebbero tantissimi punti e poi ci sarebbe anche il problema che se arrivano tre auto con impianti ad alta capacità da oltre 150 Kw bisognerà riadeguare il tutto.
In città come Milano, Londra, Parigi… la gran parte delle auto circolanti viene parcheggiata in strada. Si parla di milioni di veicoli per le capitali più importanti d’Europa. Significa che se tutte fossero elettriche ci vorrebbero altrettante colonnine.
La UE insiste sulla mobilità elettrica e cerca di anticipare la fine del motore a scoppio.
Molti costruttori come Audi, Jaguar, Volvo…hanno già fatto le loro scelte e se nel 2030 poco meno della metà del parco circolante dovesse essere elettrico, ciò richiederebbe almeno un milione di colonnine. Numeri importanti che richiedono investimenti altrettanto importanti a cui andrebbero aggiunti anche quelli da sostenere per le abitazioni.
Lo Stato di New York ha fissato l'obiettivo per tutte le nuove autovetture e camion leggeri di essere a emissioni zero entro il 2035. New York City ha attualmente solo 1.580 prese di ricarica! Alcuni studi stimano che l'elettrificazione della Grande Mela costerebbe diversi miliardi di dollari!
A Los Angeles, che ha il maggior numero di caricabatterie di qualsiasi città degli Stati Uniti, molte aziende dicono di non potersi permettere di sostenere gli investimenti fino a quando non aumenteranno i consumi perché oggi il giro d’affari delle colonnine non compre i costi. A tal proposito è interessante ascoltare l’esperienza norvegese: fonti che vogliono rimanere anonime dicono che gli investimenti li hanno calcolati con un rientro di cinque sei anni, quindi tempi molto lunghi che su cifre importanti solo la pubblica amministrazione può sostenere.
I nodi quindi da sciogliere sono molteplici e solo un grande investimento pubblico può iniziare a scioglierli. Alla politica quindi la decisione che andrebbe però ben spiegata ai cittadini permettendo anche di scegliere votando su un programma concreto.
Perché affermare “andiamo tutti elettrici per un mondo migliore” senza considerare tutto quanto ruota attorno non serve a nessuno.
Infine attenzione anche a questi dati: la stragrande maggioranza delle auto elettriche in questi ultimi cinque anni gran passi in avanti non ne ha fatti. L’autonomia maggiore è stata ottenuta principalmente attraverso l’impiego di accumulatori più grandi. Ricordiamo come esempio che la Golf elettrica dapprima aveva una batteria da 24.8 kWh, poi da 35,8 kWh e la sua erede, la ID3, da 45 kWh. Bisogna quindi anche insistere affinché ci sia maggiore sviluppo sull’elettrico, se questa deve essere la strada maestra, se così non fosse sarebbe infatti solo greenwashing.