Auto extender range plug in
A proposito di...
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10 febbraio 2025

dove vuole andare l’Europa:

L’Europa alla fine non ce l’ha fatta a raggiungere nel 2024 i 13 milioni di nuove auto immatricolate.
Più o meno la metà di quante se ne sono vendute in Cina, sempre lo scorso anno.
 
Ma al di là delle vendite c’è un altro punto che colpisce: il numero di nuovi prodotti che sono arrivati sul mercato. Ebbene, se nel passato le Case europee erano capaci di presentare in un anno anche più di 80 novità, nei tempi recenti non sono andate oltre le 30 e con prezzi al consumatore sempre più elevati, nonostante abbiano giocato spudoratamente con componentistica comune ai massimi e un ricambio modelli che si è fermato, il che significa gran pochi investimenti. Anche perché sulle auto elettriche non vi è alcuno che produca motori elettrici e batterie.
 
La situazione è davvero imbarazzante e la politica UE ha avviato un confronto con il settore automobilistico per trovare un piano per uscire dalla crisi davvero complessa e che sfugge ai più per la profondità.
 
L’obiettivo degli incontri è stabilire entro l’inizio di marzo di un piano d’azione per sostenere il settore che occupa oggi meno di 13 milioni di persone ma che coinvolge oltre 400 milioni di cittadini UE, perché se crolla l'auto europea, porterà ad ognuno un peso di non poco conto.
 
“Siamo consapevoli delle sfide che deve affrontare l’industria automobilistica”, ha detto recentemente la presidente della UE Ursula von der Leyen, ricordando il momento cruciale in cui il comparto si trova, mettendo però al centro la sfida della transizione energetica e la concorrenza cinese che non sono i punti cardine perché il primao si basa su una scelta politica e il secondo su una strategia industriale di lungo periodo basata sulla convinzione che se non si riesce a vincere non si cambia tavolo ma gioco.
 
Da Bruxelles proprio in queste ore inizia a trapelare che la decisione unica al mondo di impedire le vendite di auto con motori termici a favore di quelli elettrici nel 2035 potrebbe essere rivista. Filtrano indiscrezioni che potrebbero dare semaforo verde alle auto ibride ma attenzione a quelle con tecnologia più complessa che prevede di usare il solo motore elettrico per generare il moto o quelle che consentono di percorrere almeno qualche decina di chilometri a trazione 100% elettrica. Entrambe meglio se dotate di sistema di ricarica attraverso la spina. In due parole le auto extender range e le plug in.
 
Le plug in ricordiamo sono quelle automobili sempre a più motori con pacco batteria di medie dimensioni per garantire qualche decina di chilometri a mobilità 100% elettrica, con il motore termico chiamato a svolgere un ruolo da primo attore nella trazione; le extender range hanno anch’esse più motori ma quello termico ha la sola funzione di generare corrente per servire il pacco batteria e quindi offrirla al motore elettrico il cui scopo è quello di generare il moto. Entrambe queste soluzioni possono offrire la ricarica del pacco batteria attraverso l’aggancio tramite spina a una rete elettrica. Entrambe hanno un motore termico e questo sta illudendo molti ma attenzione perché impongono costi nettamente superiori per il numero di componenti e da un punti di vista di resa deludono alla voce prestazioni (consumi, prestazioni, emissioni…) perché pesano e nei vari trasferimenti di energia hanno perdite rilevanti. Il motore termico delle extender range viene usato come generatore di corrente per caricare la batteria a cui si serve un generoso motore elettrico per garantire il moto!
E anche sulle plug in bisogna riflettere per bene, partendo dal fatto reale che per più di dieci anni sono state vendute con valori di consumo ed emissioni dichiarate assai lontane dal reale e ora con la normativa euro 6e-bis tutto è cambiato e quello che prima dicevano di essere erano balle! Peggio, molto peggio del dieselgate.
 
La situazione è da allarme rosso. Se verrà sposata la tesi che passerà la tecnologia extender range e plug in non ci sarà una caduta agli inferi immediata ma lenta e costante, su cui molti sono già pronti a cogliere anche questa opportunità, come le Case automobilistiche cinesi che hanno prodotti. BYD tra l’altro ha segnato un boom in borsa a seguito di queste indiscrezioni, nonostante abbia crisi di liquidità e si vocifera di difficoltà a pagare i fonitori.
 
In Europa oggi più che mai bisogna che si dia risposta ad una sola domanda: ma perché le automobili europee non sono competitive? Segnare i 10 punti e quindi agire su questi. Alla politica che ha creato tutto ciò il compitino, cercando di capire anche i tanti interessi personali in essere, perché se le indiscrezioni del tavolo sulla crisi automotive di Bruxelles venissero confermate non ci cucineremo a fiamma viva ma lenta. E sempre cotti finiremo.
 
 
PS Come sono fatte le auto extender range

pro/contro
 
“Letteralmente significa autonomia estesa”. Questa soluzione tecnica si compone di un motore termico usato come generatore di corrente che serve un pacco batteria da cui prende energia elettrica un motore sempre elettrico per generare il moto. E’ una soluzione tecnica vista nella Fisker che poi è fallita e sempre una decina di anni fa anche in General Motors sui modelli Opel Ampera e Chevrolet Volt che si sono rivelati un fiasco assoluto. Oggi il sistema è in uso sulla Nissan Qasquai e Audi lo ha sperimentato nelle corse vincendo la Dakar ma soprattutto lo hanno molte, tante auto cinesi. Vantaggi: usando il motore termico come generatore i rifornimenti avvengono in poco tempo; le dimensioni della batteria sono contenute e quindi i costi sono bassi; il moto avviene solo con il motore elettrico quindi si può dire che è 100% elettrica sebbene l’energia arrivi dalla benzina! Svantaggi: la fisica dice che ogni volta che si converte energia una parte va perduta, quindi se uso benzina per fare energia elettrica che poi metto nella batteria da cui poi si serve il motore elettrico per il moto, ho troppi passaggi e troppa perdita; il motore elettrico deve essere di generose dimensioni perché è quello che assicura il movimento  a tutte le velocità (alto peso e costo). Importante: il sistema range extended può essere anche affiancato da un sistema plug in se viene utilizzata una batteria più grande offrendo quindi la possibilità anche della ricarica alla spina; avendo un motore a combustione può essere a benzina, diesel, gpl, metano…
 
 
Come sono fatte le auto plug in
Pro/contro
 
Il sistema ibrido plug in prevede un motore termico, un motore elettrico e una batteria che si può caricare attraverso una presa di corrente per garantire dai 30 ai 50 km e anche di più (dipende dalle dimensioni della batteria che viene scelta) di autonomia 100% elettrica. Il motore elettrico non è di elevata potenza pertanto le prestazioni sono più contenute di quello termico. La ricarica della batteria può avvenire attraverso una presa di corrente; su alcune vetture in aggiunta si può usare il motore termico per caricare la batteria. La maggior parte delle auto plug in è a benzina ma ci sono anche delle diesel e benzina-GPL. Vantaggi: possibilità di avere un tot. di km a mobilità 100% elettrica, in pratica si hanno due auto in una, una elettrica per i piccoli spostamenti e un’auto termica per i lunghi viaggi. Svantaggi: costo (anche più di un 20%), peso (circa 200 kg) in più, complessità tecnica; consumi più elevati (per il maggior peso e quando la batteria esaurisce la carica deve fare tutto solo il motore termico); ingombri del sistema che spesso sacrificano abitabilità per persone e bagagli. Attenzione che fino a dicembre 2024 le emissioni ricavate dal ciclo omologativo WLTP per le plug in erano molto basse, anche meno di 50 g/co2 a km; dal 2025 con la euro6e-bis sono praticamente raddoppiate perché prima ritenute giustamente poco veritiere. 
 
Importante è ricordare che entrambe queste soluzioni sono molto complesse e con consumi e emissioni di CO2 reali non competitive con quelle delle auto a gasolio ma anche di molte ibride full. Inoltre obbligando ad avere almeno 2 motori, un pacco batteria, un inverter di dimensioni adeguate costano e sono complesse anche nella gestione nel tempo a livello di affidabilità e durata dei componenti. Henry Ford e Colin Chapman dicevano che più un’auto è semplice e leggera meglio è. Oggi si va nella direzione opposta ma non di poco. E questo lascia davvero basiti anche perché per la sostenibilità del pianeta produrre auto con così tanti componenti significa impattare anche più del doppio sulle risorse sempre più rare. E in più i prezzi delle auto vedranno un ulteriore rincaro. Difficile sarà vedere auto compatte a meno di 25 mila euro, lo stesso prezzo di una versione elettrica. In poche parole cosa succederà? Che molti europei dovranno rinunciare all’auto nuova; chi la userà poco e solo in città si farà l’elettrica, gli altri la plug in o range extender. Ci sarà una invasione di auto dall’oriente; i costruttori europei continueranno a perdere quote ma ci sarà una più lenta caduta rispetto all’attuale decisione di vendere dal 2035 nella Ue solo auto elettriche. Chi produce componenti come batterie, inverter, motori elettrici… si frega le mani. E chi lo sta facendo son quelli che stanno ad oriente.  

 
PS2
Tra i tantissimi interessi in ballo può essere interessante ricordare quelli dei grandi costruttori europei, Volkswagen, Renault e Stellantis. La prima ha stabilimenti motori in Ungheria che potrebbero trovare grande giovamento e quindi sponda tedesca e ungherese. Renault ha recentemente scisso la divisione elettrica da quella dei motori termici, facendo entrare con grande quota i cinesi della Geely che così hanno preso un bel piccione con una fava. Stellantis produce i 3 cilindri sia in Ungheria sia in Francia. E quindi ecco altri a cui farebbe comodo. Sia per il sistema plug in sia per il range extender la tipologia di motori necessaria permette piccoli motori a combustione e quindi nel breve esplosione di tappi da bottiglie di champagne per festeggiare...
 
 

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