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7 ottobre 2022

Mercato auto Italia 2022

Le immatricolazioni di autovetture in Italia, dopo tredici cali mensili consecutivi, hanno fatto registrare crescite in agosto del 9,9% e in settembre del 5,4%. Sono segnali positivi, ma flebili. Il mercato italiano dell’auto (come d’altra parte quello europeo) si trova ancora in una situazione difficilissima. Il bilancio dei primi nove mesi del 2022 chiude con un calo rispetto allo stesso periodo del 2021 del 16,3%. E se poi si fa riferimento al periodo precedente la pandemia, cioè allo stesso periodo del 2019, vi è un calo del 33,5%. In buona sostanza nei primi nove mesi del 2022 sono state immatricolate 976.055 autovetture. Nello stesso periodo del 2019 le immatricolazioni erano state 1.468.238. Mancano dunque all’appello 492.183 autovetture. Con una buona dose di ottimismo si può prevedere che il 2022 si chiuderà intorno a quota 1.200.000 immatricolazioni, un livello da fine anni ’60 del secolo scorso.

Mercato auto settembre 2022

Importante è ricordare che gli interventi del Governo a favore dell’acquisto dell’auto non sono risultati particolarmente vincenti anche perché il rincaro dei listini ha pesantemente inciso assieme ai costi maggiori delle auto elettrificate che stanno spingendo sotto la bandiera della sostenibilità. Ricordiamo che l’auto più venduta in Europa, la Golf, solo cinque anni fa si poteva avere con 17 mila euro metre oggi ce ne vogliono oltre 25 mila di euro e una elettrica di apri categoria costa anche 40 mila euro. Già questo mina l’accessibilità a tantissimi percettori di redditi bassi. Il Centro Studi Promotor di settembre porta all’attenzione che ben il 43% dei concessionari è pessimista anche sul prossimo futuro. Al momento soltanto la pandemia sembra mordere meno (almeno per ora), mentre tutti gli altri fattori di crisi del mercato dell’auto sono invece pienamente operativi, se non addirittura più virulenti del passato. Ci riferiamo in particolare alla guerra in Ucraina, alle difficoltà dell’economia, al ritorno dell’inflazione e alla carenza di componenti essenziali per costruire le automobili, carenza che fa si che alla crisi della domanda si aggiunga anche una crisi dell’offerta. Particolarmente eloquenti sulle conseguenze di quest’ultimo fattore di crisi, cioè della crisi dell’offerta, sono i dati della già citata inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor di settembre. Secondo questa fonte ben il 96% dei concessionari dichiara di non avere giacenze di auto nuove sufficienti per far fronte alla domanda. E a ciò si aggiunge che la carenza di auto nuove ha molto stimolato la domanda di auto usate per cui l’82% dei concessionari dichiara di avere giacenze insufficienti anche di auto usate. E ciò dimostra anche l’impreparazione legata alla transizione da parte di tutto il comparto europeo automotive.