Il tasso di crescita previsto per il settore dei mezzi elettrici in Europa fa paura. Entro il 2030, l'UE spera che ci saranno 30 milioni di auto elettriche sulle strade europee! E’ qualcosa che ha dell’incredibile perché l’Europa parla di riduzione delle emissioni ma incentiva la produzione e il consumismo sfrenato. In più accelera su una tecnologia su cui ci sono pochi dati storici con tutte le conseguenze del caso. Le auto elettriche ad esempio pesano molto: la ciclistica quindi viene messa sotto stress. Cosa potrebbe significare ciò? Maggior consumo di gomme, quindi più emissioni; usura di testine sterzo, sospensioni e ammortizzatori quindi più produzione e più smaltimenti di componenti… E mai dimenticare anche il tema della durata dei pacchi batteria che non sono influenzati solo dall’incedere del tempo ma anche da come vengono usati e caricati oltre a quante volte. Tutte variabili che poi vanno ad incidere su prestazioni e autonomia.
L’accelerazione che in Europa e non solo si sta dando all’auto elettrica apre le porte verso un mondo dove l’ignoto avrà un ruolo da protagonista con tutti i rischi del caso perché quello che si sta facendo è qualcosa che non è mai stato fatto prima per un prodotto di volumi completamente nuovo. Quindi attenzione sarebbe davvero importante che per lo meno si iniziasse a pensare a una catena dello smaltimento adeguata perché mentre le tradizionali batterie al piombo-acido vengono gestite, lo stesso non si può dire per le versioni delle batterie agli ioni di litio utilizzate nelle auto elettriche. Le batterie dei veicoli elettrici sono più grandi e più pesanti e sono composte da diverse centinaia di singole celle agli ioni di litio, tutte da smantellare. Contengono materiali pericolosi e hanno una scomoda tendenza ad esplodere se smontati in modo errato. Attualmente, a livello globale, è molto difficile ottenere dati dettagliati sulla percentuale di batterie agli ioni di litio che vengono riciclate. I più dicono circa il 5%, una vera inezia.