In questi ultimi decenni l’automobile è cambiata e tanto.
Solo negli anni ottanta non aveva l’airbag, l'ABS, l'ESP, non aveva strutture di rinforzo, non aveva sistemi esplosivi per cinture e cofano e le più non avevano nemmeno turbine, intercooler, catalizzatori con materiali nobili, doppie batterie, 4 valvole per cilindro, condizionatori, vetri elettrici, chiusure centralizzate...
L’automobile, oltre ad essere molto più semplice e leggera, aveva davvero tanti componenti in meno che consentivano un costo sensibilmente inferiore.
In questi ultimissimi anni però c’è stato un'aggiunta non trascurabile di componenti che hanno portato ad un'ulteriore impennata dei prezzi. Per esempio le ibride necessitano di un ulteriore motore, di una batteria aggiuntiva, di preziosi e grossi cavi di rame.
E poi con l’avvento delle plug in: connettori, batterie più grandi, inverter più potenti…
Se poi si considera che il peso ha un suo costo, sulle elettriche, come ormai tutti sanno, l’aumento è di quelli per forza pesanti.
Se si fa un conto della serva tra airbag, abs e tanta elettronica, si può stimare l'aggravio per un'auto di medie dimensioni tra i 2 e i 4 mila euro a cui vanno aggiunti i costi di sviluppo. Per le ibride l’aggiunta dei componenti comporta un incremento valutabile tra i 500 delle mild ai 1500 delle full fino ai 4 mila e più per le plug in.
Oggi, certo, viaggiamo con automobili più sicure, più confortevoli e anche molto meno impattanti sull’ambiente quando si muovono ma sulla produzione bisogna anche riflettere quanto fossero più amiche dell’ambiente le auto sensibilmente più semplici di una volta. Oltre che più amiche dell’ambiente anche più amiche del nostro portafogli.
Infine non si nasconda l'aumento di molti costruttori non giustificato. Pensate che la Toyota Yaris nel 2015 si poteva acquistare con 10.950 euro, oggi ce ne vogliono ben 15.300 euro! Ora guardatevi le tasche e fate due conti sulle vostre entrate, se sono aumentate altrettanto.
Ma c'è pure di più: nel 2015 la Toyota Yaris ibrida si comprava con 17.650 euro, oggi ce ne vogliono 20.800! Certo, con gli incentivi attuali è conveniente la giapponesina ma chi paga alla fine è sempre Pantalone! Ultima riflessione: gran parte dei meriti di tutto ciò non si dimentichi che vanno alla politica poco dotta in materia e forse troppo legata agli interessi solo di alcune parti.