Il Salone dell’Automobile di Ginevra che doveva tenersi nel 2022 è stato cancellato.
La decisione è stata presa in seguito a una riunione straordinaria del Consiglio della fondazione che gestisce l’evento presieduto da Maurice Turrettini.
“Nonostante tutti i nostri sforzi - spiega Turrettini -, dobbiamo affrontare i fatti e la realtà: la situazione pandemica non è sotto controllo e si presenta come una grande minaccia per un grande evento indoor. Ma vediamo questa decisione come un rinvio, piuttosto che una cancellazione. Sono fiducioso che il Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra tornerà più forte che mai nel 2023”.
Ufficialmente quindi si parla ancora della pandemia ma sotto la cenere c’è molto di più che non viene comunicato.
In particolare c’è la crisi nera dei produttori europei che erano la benzina di questo salone.
La transizione verso l’auto elettrica costa, mancano i chip che rallentano la produzione, le vendite vanno a rilento e tutto si sta pensando fuorché investire su un salone.
Manifestazioni come il Salone di Ginevra sono arrivate con le loro vecchie formule al capolinea sostiene più di qualcuno perché l’auto e la mobilità in generale stanno vivendo una trasformazione tanto rapida quando complessa che li rende anacronistici.
Inoltre c’è anche da dire che il management del Salone dell’Automobile di Ginevra nel 2020 ha fatto una pessima figura decidendo la chiusura a pochissimi giorni dall’apertura con budget importanti già spesi e su cui ci sono ancora molti strascichi.
C’è poi anche il fatto che questo salone era una vetrina per molti carrozzieri e piccoli costruttori che sono spariti o rimasti con pochi incarichi e che a molti costruttori globali non interessa più. Comprese le tante realtà cinesi che si stanno affacciando in Europa e su cui Turrettini sperava molto per compensare diverse assenze. E a tal proposito sembra proprio che questo suo ambiguo gioco sia stata la ciliegina avvelenata servita da chi lui pensava potesse essergli amico.