Lo stallo è molto pericoloso, in aeronautica ma anche nel mondo automotive.
L’industria automobilistica europea è in forte difficoltà nonostante utili da record nel recentissimo passato: citiamo come esempio Stellantis, che nel 2023 con 24 miliardi di euro di utile operativo e oltre 18 miliardi di euro di utile netto ha volato ma oggi sembra precipitata negli abissi. Al pari di Volkswagen. Il made in Germany è sotto shock e tra l’altro è caduto anche il Governo!
Con l’elezione di Donald Trump e la presenza di Elon Musk la situazione potrebbe però precipitare ulteriormente per l’industria automobilistica europea anche perché nel Vecchio Continente bisogna prendere decisioni importanti: l’Europa sarà l’unico Continente al mondo a bloccare la vendita delle auto termiche a favore delle elettriche? Si o no? E se si, come ci comporteremo con l’energia per alimentarle che oggi costa tantissimo e pochissima ne abbiamo. Causa anche guerra in Ucraina e rottura con rapporti Russia che per anni ci ha garantito gas a prezzi stracciati.
Dan Jorgensen, commissario designato all’energia dell’Europa questa settimana ha parlato. E ha messo l’accento sul nucleare che ricordiamo la Germania ha lasciato e su cui l’Italia vorrebbe investire. A proposito: con la crisi del Governo tedesco se verrà confermata il prossimo settembre potrebbero esserci elezioni e la guerra tra i verdi e gli altri anche sul nucleara sarà decisiva.
Nel mentre Jørgensen ha parlato principalmente di piccoli reattori modulari mentre sui grandi impianti ha citato le proiezioni della Commissione Ue spiegando che in Europa ci sono attualmente 97 GW di nucleare e che la Commissione prevede che scenderanno a 88 GW nel 2040. Ma, udite udite, torneranno a salire successivamente, portando l’Europa a un volume di nucleare simile a quello odierno!
Questa fotografia impone subito una riflessione: fino al 2040 rischiamo di fare come i gamberi, si arretra per poi tornare al valore produttivo odierno ma non prima di 15 anni! Tanti troppi. Soprattutto considerando che i consumi d’energia saliranno e non di poco sia per il tema mobilità elettrica ma anche per l’intelligenza artificiale. Ma c’è anche di più: i costi dell’energia in Europa non sono competitivi come quelli di USA e Cina.
In poche parole un brivido corre lungo la schiena perché per più di un decennio l’Europa non sarà competitiva sull’energia e questo è un bel problema.
“La politica energetica è il ‘core’ di quasi tutte le sfide che ci troviamo ad affrontare oggi in Europa. Riguarda la competitività, il lavoro e la crescita. Riguarda la sicurezza: aiutare l’Ucraina a vincere la guerra diventando indipendenti dalle forniture russe; riguarda la lotta ai cambiamenti climatici,; riguarda la giustizia sociale. Queste sfide e problemi si sovrappongono”, ha detto il Commissario designato che poi si è soffermato sull’alto livello dei prezzi energetici: “Noi paghiamo due o tre volte l’energia di più dei nostri competitor Usa e Cina, soffrono le nostre industrie ma anche le famiglie. Se sarò nominato commissario la metterò come priorità assoluta”.
Non è un bel momento questo. E' ormai chiarissimo. Fondamentale è iniziare a prendere decisioni e dare priorità perché volere tutto non è possibile. E anche l’automotive lo deve fare se vuole sopravvivere. In poche parole aspettare il 2026 per decidere se tenere il 2035 per lo stop definitivo alle auto termiche è follia. Chi parla di biocarburanti, e-fuel, idrogeno è meglio che taccia. Perchè tecnicamente non sono nel medio fattibili. Chi ha detto che l'auto elettrica avrebbe portato tanti posti di lavoro si vaporizzi. Bisogna insomma essere realisti e concreti come mai tanti troppi sono stati perché lo stallo per breve tempo è sopportabile, un attimo ancora invece può rivelarsi letale. Il Governo italiano e il ministro Urso lo sanno e chiedono giustamente alla Ue decisioni subito.