Di tutto di più al salone dell'automobile di Ginevra 2019. Tante novità, tanti temi dove ognuno se la canta e se la suona come più gli fa comodo complice una superficialità dilagante dei media, ma dove emerge anche chiaramente che non c’è una strada ben definita e tutti vanno un po’ di qua e un po’ di là. Ognuno fa il suo gioco al salone dell'automobile di Ginevra 2019. Con il rischio concreto di lasciarci le penne. Il consumatore, l’industria, l’ambiente.
L’elettrificazione è sulla cresta dell’onda perché serve per rispettare sulla carta le regole folli dell’unione europea sulle emissioni CO2 ma anche per andare in contro alle volontà del più grande mercato al mondo, la Cina che però produce energia elettrica con il carbone. E non solo lei. Se si prendono fischi per fiaschi il rischio concreto è che all’ambiente si faccia del male vero come anche all’industria europea.
L’edizione 2019 del salone di Ginevra è folle non solo per le tante novità di vecchie e giovani realtà, con i cinesi che iniziano a bussare alla porta, assieme a nuove forme di mobilità soprattutto per gli spostamenti in città, ma anche perché chi non c’era ha fatto parlare più di chi c’era, soprattutto nel primo giorno d’apertura.
La conquista del premio europeo Car of the Year della Jaguar I-Pace, l’elettrica, ha fatto tanto parlare e riflettere. Sulla vittoria della Jaguar I-Pace molto si è discusso perché questo premio creato da giornalisti europei, e considerato importante, è stato assegnato a un’auto che poco non costa e che come tecnologia non è un punto di riferimento. Le sue batterie, il sistema di recupero energia, quello di ricarica a nemmeno un anno dal lancio sono già stati surclassati. Inoltre è passato un messaggio che quest’auto fosse la regina del salone quando Jaguar al salone non era presente, per i suoi seri problemi economici con tagli di personale pesanti. Ma sulla capacità dei premi e della giuria come si sa se ne può discutere all’infinito e su quello del Car of the Year europeo ancora di più: nel passato è arrivato a dare premi alla Simca, alla Rover SD1, alla Renault 9, alla Opel Ampera…tutte auto che non sono state un esempio o un affare per chi le ha fatte e comprate!
Sul tema auto elettriche a Ginevra si è vista e toccata la nuova proposta cinese Polestar che mette nel mirino la Tesla 3. La Polestar costa 59.900 mila euro con 2 motori elettrici da 408 cavalli e un pacco batterie da 78 kwh. E’ più corta di 10 centimetri rispetto alla Tesla Model 3, dietro offre poco spazio per i passeggeri e anche il posto guida è un po’ costretto, ma l’auto c’è se la si mette a confronto solo con la Tesla. Da 0 a 100 promettono 5 secondi. Polestar è cinese di Gelly che possiede anche Volvo. Volvo pur non essendo a Ginevra spara un annuncio shock: le auto svedesi verranno limitate a 180 km/h. Lo dice il suo presidente Samulesson. Un grande ipocrita. Tutti ne parlano e si fanno domande anche sull’annuncio dei tagli di prezzi di Tesla del 35% che anch’essa non era presente: è preoccupata dell’arrivo dei cinesi e abbassa i prezzi per creare disorientamento o perché è alla canna del gas?? E l’annuncio di Volvo giustificandolo per la sicurezza e l’ambiente ma che poi fa parte di un Gruppo cinese che presenta auto elettriche che sono dei razzi, che senso ha?
Al salone di Ginevra per un po’ di tempo non si fa che parlare di chi non c’è. La volontà di Volvo di ridurre la velocità fa gioco ad alcuni, anche in Germania, perché sul tema sono molto sensibili i verdi che potrebbero aiutare il partito del cancelliere, quindi tutti a pensare che mondo potrebbe prefigurarsi con limiti bassi se la politica verrà affascinata da questa sparata. Alcuni top manager tedeschi tremano all’idea che dopo le prese di posizione sulla CO2 ora possono arrivare tagli pesanti anche sui limiti. Qualcuno fa notare che potrebbe essere l’ennesimo colpo ferale all’industria europea che sulla velocità ha creato parte della sua forza. Si ricorda che negli USA negli anni settanta misero i limiti e l’industria crollò assieme ai prodotti perché si risparmiava così sui motori, i freni, la tenuta di strada… e vennero fuori dei prodotti di scarsissima qualità. Ne approfittarono in molti della debolezza creatasi. Si pesa quindi questo annuncio, e si fa un parallelismo con la voglia di elettrico che ha minato l’egemonia europea sui motori a combustione favorendo nuovi attori e mettendo l’industria europea nell’angolo e nella condizione di dover anche valutare la creazione di un mega centro d’eccellenza sulla produzione di batterie, perché oggi si dipende dalla Cina. Se l’auto rimanesse a benzina o gasolio i cinesi sarebbero spacciati. Al contrario se si va verso l’elettrificazione la partita li vede in vantaggio. E non di poco.
Si gira per il salone e si vedono altre proposte cinesi. Sempre elettriche come quelle della Arcfox. Sono prodotti pazzeschi, disegnati da Walter de Silva, ingegnerizzati in Europa che hanno tutti i requisiti per poter diventare alternative a prodotti di marchi importanti europei in breve tempo. C’è chi scuota la testa e confronta la Polestar 2 con la nuova BMW Serie 3 che costa meno, va di più, è più abitabile e razionale. Fa notare che il vantaggio dell’elettrico non c’è: davanti dove sulla BMW Serie 3 c’è il motore a pistoni sulla Polestar c’è solo un piccolo vano per i cavi. Chi diceva che con l’auto elettrica si avrebbe avuto più spazio è smentito dai fatti. Sulla evoluzione delle batterie pochi progressi si vedono, come sull’autonomia e sui tempi di ricarica ancora non ci siamo. Ma soprattutto c’è il tema ambientale sul ciclo di vita tra auto a combustione e auto elettrica… è il solito braccio di ferro tra chi pensa che l’auto elettrica sia il futuro e chi sostiene il contrario. Si guarda la nuova Audi Q4 elettrica. Prefigura il modello che arriverà sul mercato nel 2020. La velocità massima è limitata a 180 km/h. (un caso?) I motori sono due: uno da 204 cavalli e uno da 102. Per muovere le elettriche SUV ci vuole sempre tanta potenza. Da 0 a 100 impiega 6.3 secondi. Il pacco batteria pesa 510 kg, la capacità è sempre alta, 82 kwh. E’ lunga 459 cm, sta tra una Q3 e una Q5. L’offensiva Audi sull’elettrico accelera così da riuscire a mettere in sicurezza il marchio sulle possibili sanzioni per le emissioni di co2 complessive imposte dalle normative europee ma anche per dare alla Cina quello che chiede. Per loro ci sarà anche una q2 elettrica. Mercedes da un colpo al cerchio e uno alla botte. Svela la CLA shotting brake e poi il suo monovolume V elettrico come concept. BMW ha le due versioni M dei SUV BMW X3 e X4 con motori 3.0 litri TwinPower Turbo da 510CV, la X3 e la X5 ibrida ma anche la 5 e la 7 mentre la 2 sempre ibrida ha una nuova batteria agli ioni di litio da 9,7 kWh, che garantisce una autonomia di 47 chilometri con il motore elettrico.
Le due vetture più importanti da un punto di vista commerciale del salone di Ginevra sono la Peugeot 208 e la Renault Clio. La prima è curata in modo maniacale e non appena si apre la portiera stupisce. Può essere benzina, diesel o elettrica. Ognuno così ha libertà di scelta in base alle esigenze ma anche al portafogli, perché l’elettrica costerà almeno il doppio di una 208 con motore a combustione. L’arrivo nelle concessionarie è previsto dopo l’estate. La Renault Clio è meno sofisticata. Lascia il segno ma non conquista quanto l’altra francese.
FCA a Ginevra presenta Alfa Romeo Tonale e Fiat 120 oltre alle ibride plug in di Compass e Renegade. Alfa Romeo Tonale e Fiat 120 sono in fase molto embrionale. La Tonale dovrebbe avere un pianale che serve la Jeep Compass. Quindi quando arriverà sul mercato potrebbe avere la trazione anche anteriore oltre a quella integrale. Lo stile è caratterizzato da fasce strette per i gruppi ottici, muscoli decisi ma non esagerati, linea di cintura sempre molto, molto alta. Due note: i giri vetri hanno cornici color alluminio come sulla 33 Stradale, anche nei cerchi c’è un omaggio al passato più glorioso ma sinceramente non convincono, mentre piace tanto il lunotto avvolgente e a freccia. Chi l’ha designata la guarda mentre ruota sulla piattaforma e ascolta un collezionista di Alfa. Sul design si guarda più indietro che avanti. Giusto per inquadrare un po’ meglio la Tonale, le sue rivali dovrebbero essere la Jaguar E Pace e la BMW X2. Sui motori come sulle dimensioni ancora nulla è stato comunicato se non che avrà benzina, diesel e ibrido plug in. Se verrà costruita su base Compass e con poche modifiche si potrebbe vedere sul mercato anche sul finire del 2020. La Fiat 120 è un manifesto su come potranno essere le Fiat di domani. C’è chi ci vede la futura Panda e chi anche l’erede di una vera segmento B come la Punto. Perché pur essendo lunga 368 centimetri ha una larghezza di 174 centimetri, ben 10 in più della Panda attuale e solo una i meno di una Polo ma ben 5 in più rispetto alla Punto! Più larghezza significa più abitabilità e comfort, due punti su cui le ultime due generazioni Panda non hanno brillato. La 120 può essere quindi davvero tutto e anche nel power train, nei sistemi propulsivi. Si parla di elettrico con sistema modulare di batterie: si può avere un pacchetto per 100 chilometri ma anche poi aggiungerne altri in concessionaria attraverso facili slitte per caricarle o rimuoverle. Fiat pensa che si possa mettere anche una batteria trasportabile da portarsi in casa come quelle delle bici per poterla ricaricare, ma qui siamo ai sogni perché la tecnologia al momento non lo permette a meno che non si sia Maciste, in quanto le batterie per muovere un auto non sono né quelle di una bici né quelle di un telefonino! Per fare cinquanta chilometri almeno 70 kg bisogna considerare. Chi riesce a sollevare 70 kg se non Maciste? La 120 ha stile, personalità e un abitacolo molto intelligente. Ricorda il concetto della trepiùuno che diede vita poi alla Fiat 500. E molti sperano possa ripetere quella felice intuizione. Sicuramente la nuova Panda che si vedrà a breve prenderà tanto da 120 ma si spera anche che ci sia un ulteriore modello che possa prendere spunti dalla 120, quale l’erede della Punto. A meno che Fiat non pensi di ingrandire un po’ la Panda così da renderla interessante anche per chi cerca una segmento B vera come la Clio, la 208… la Polo. Insomma, c’è anche chi pensa che Fiat punti con una fava a prendere due piccioni. FCA svela anche Jeep Renegade e Compass plug-in. Due motori, un benzina 1.3 davanti e un elettrico dietro sull’asse posteriore, pacco batteria “generosetto” da caricare attraverso la spina per fare una 50 di chilometri solo in elettrico, la potenza complessiva sarà tra i 190 e i 240 cavalli, fin quando le batterie sono cariche. Le emissioni d’omologazione saranno sotto i 50 grammi co2, così tutti son contenti. Ma attenzione che sulle plug in se si usano senza ricarica della batteria o su tragitti superiori ai 50 chilometri i consumi schizzano in alto anche un 30% in più rispetto a un pari modello a gasolio! Sul mercato arriveranno nel 2020.
A Ginevra quest’anno sono presenti anche moltissime supercar. Aston Martin ha mostrato come potrebbe essere il suo domani con il folle SUV Lagonda e la Vanquish Vision Concept che prefigura il modello che verrà nel 2022 e che si narra avrà un V6 benzina accoppiato a motori elettrici. La SUV Lagonda è un gigante mostruoso con motori elettrici e infinite follie, su tutto il sistema di apertura delle portiere che prevede pure un sollevamento di parte del tetto. E’ una show car esagerata a trazione elettrica che per muoversi solo il Signore sa di quanta energia necessiterà. Altrettanto esagerate sono tutte le proposte dei carrozzieri da Pininfarina all’Italdesign fino alla Giugiaro. La Pininfarina che si chiama Battista dichiara… 1900 cavalli e 2300 Nm di coppia! La Italdesign ha una concept che può essere elettrica o termica a seconda dei gusti di chi la vuole. Un oggettino lungo quasi 5 metri ma alto meno di 120 che per accedere abbisogna di porte dall’apertura…spettacolare. La Kangaroo Concept di Giugiaro è altra roba strana per chi deve stupire o per chi ha tanti ma tanti soldi da non saperne cosa fare. Tutte sono biada per chi è alla continua ricerca dell’oggetto unico, diverso…folle. Che arriva anche a scadere nel pacchiano e nel kitsch.
A Ginevra Bugatti espone Voiture Noire. Ha tutto. Potenza, stile, eleganza e prezzo esagerato. 11 milioni di euro. Stephan Winkelmann, presidente di Bugatti afferma: “è una coupé con le comodità di una limousine e la potenza di una hypercar”. Il motore è il 16 cilindri di 8 litri da 1.500 CV e 1.600 Nm che mostra la sua presenza anche attraverso i sei terminali di scarico in coda. Nulla le si può dire. Nel mondo pazzo e folle delle hypercar e dei miliardari ha messo un punto e fatto apparire tutti gli altri come dilettanti, armate... brancaleone.
A Ginevra 2019 ci sono anche tanti veicoli per la mobilità urbana: c’è Seat Minimò sul genere Twizzy con batterie però asportabili e molta più cura; ci sono le navicelle a guida autonoma come Olli; tanti quadricicli-microcar, su tutte la Citroen Ami One Concept che ha potenzialità nello sharing…ma tutte sono medicine contro il mal d’auto in città.
Una citazione doverosa per Skoda. Pesantissima come stile la concept Vison iV, ha un frontale che chi l'ha disegnato aveva un gatto sullo stomaco; gran prodotto la Kamiq perchè ha abitabilità e tanti contenuti veri e concreti.
Da Ginevra emerge chiaramente che chi comanda non è il mercato e nemmeno l’industria. Oggi è la politica. Politica che mette in mano una pistola è obbliga al gioco della roulette russa.