Sono tre le importanti novità elettriche di questa edizione: la Jaguar I-Pace, la Hyundai Kona Elettric e l’Audi E-Tron. Sulla Hyundai Kona Elettric se ne parlerà nei prossimi giorni, oggi invece ci concentriamo sull'inglese e sulla tedesca perché con entrambe abbiamo avuto un incontro molto, ma molto ravvicinato!
La Jaguar I-Pace l’abbiamo guidata. Per pochissimo, ma una primissima impressione la possiamo dare. Innanzitutto inquadriamola: come dimensioni misura 4682 mm in lunghezza, 2139 mm in larghezza specchietti compresi ed è alta 1565 mm. E’ 5 centimetri più corta della E Pace e ben 9 centimetri più bassa, ma soprattutto pesa ben 440 kg in più. Sotto il cofano anteriore apribile c’è un piccolo vano per riporre una piccola borsa tipo keepall, aprendo il portellone dietro, invece c’è un bagagliaio più adeguato tipo quello della E Pace. La meccanica prevede due motori, uno che serve l’asse anteriore e uno il posteriore. Il pacco batteria che fornisce l'energia è da 90 kwh. Mica pochi. La coppia è di 696 Nm, un 10% in più del Diesel 3 litri da 300 cavalli del Gruppo, giusto per capirsi. La potenza è invece di 400 cavalli. Le ruote per scaricarla sono esagerate: 22 pollici con pneumatici 255/40! Da 0 a 100 km/h Jaguar comunica un tempo di 4,5 secondi. La velocità massima sempre dichiarata è di 200 km/h. L’autonomia nel ciclo WLTP è di 480 chilometri. Per ricaricare il pacco batteria con una rete super veloce e super ma proprio super potente da 100 kw ci vogliono 40 minuti!!!! Per accedere all’abitacolo ci sono maniglie estraibili uguali a quelle della Velar. Anche la plancia riprende molto quella della Velar. Il cambio però è a tasti: c’è quello per la marcia avanti, quello per la marcia indietro e il pulsante in mezzo per la folle. Oltre a quello del parking. Dito sul pulsante D, marcia avanti. Leggera pressione sull’acceleratore e la Jaguar I-Pace si muove nel più assoluto silenzio. Due rotazioni di volante molto leggero da azionare, un brevissimo rettilineo, giù tutto e si scopre che il pedale dell’acceleratore ha un secondo step in fondo per dare tutta potenza. L’auto balza in avanti ma non aspettatevi una reattività da navicella spaziale. La Jaguar I-Pace è pronta ma non immediata tra quando si affonda e quando arriva la spinta. Si affronta una curva a sinistra e poi una a destra. Si prova a giocare con l’inserimento ritardato per farla scodare, vista la coppia. La Jaguar I-Pace è sempre incollata all’asfalto e "smusa", cioè mostra tanto sottosterzo. Troppo. Si insiste nel cercare agilità con i trasferimenti di carico e cercando una minima sbandata, ma la trazione affidata ai due assi e ai due motori nulla permette. Tutto è demandato alla tenuta del pneumatico. Che noia! Si gira ancora un po’ e si testa l’accelerazione che c’è ma è costante, incisiva ma non progressiva. Anche qui poca emozione. Il peso si sente sempre, seppur le sospensioni siano molto frenate. Il primo contatto lascia l'amaro in bocca. La si pensava più reattiva e più disponibile nell’assecondare le volontà di chi la porta. In poche parole non è un’alunna un po’ scapestrata, è una maestrina precisina che, anche se si disattiva l’elettronica, rimane sempre ben inquadrata. In Italia il prezzo parte da quasi 80 mila euro: non pochi.
Altra novità elettrica è l’Audi E Tron che arriverà sul finire dell’anno nelle concessionarie e che a Ginevra si è mostrata…mascherata! L’abbiamo intercettata e meglio conosciuta subito dopo l’incontro con la Jaguar I-Pace, ma prima di entrare nel dettaglio del nostro incontro, ricordiamo che anch’essa è un SUV con misure simili alla Jaguar ma avrà più versioni, non solo a due motori come la Jaguar ma anche a tre per dare più performance. Inoltre l’energia a bordo potrebbe toccare nel tempo gli 800 volt! L’esemplare che abbiamo incontrato era quello più semplice. Le linee innanzitutto sono da SUV coupé ma, nonostante questo, dentro lo spazio non manca, come peraltro sulla Jaguar. La differenza è che l’inglese ha una plancia più invadente che si protrae verso gli occupanti mentre l’Audi da' più libertà a chi siede davanti. Nulle invece le differenze sulle prestazioni perché, questo è il punto fondamentale sulle elettriche, se fatte con gli ingredienti base dei due motori con pacco batteria da 100 kwh nulla cambia. E anche come comportamento, perché il peso vincola non poco i tecnici.
Quindi la morale di queste due stelle elettriche di Ginevra, dopo averle incontrate, è che escluso stile e interni con relativi sistemi di infotainment, una vale l’altra. E questo può essere di interesse e vantaggioso per chi non ha storia, ma non per chi ha speso anni e miliardi in ricerca e sviluppo per dare il proprio DNA, che ha fatto dire a più di qualche generazione: “Io guido Audi perché….” e ad altri “Io guido Jaguar perché…”!
Al momento l’auto elettrica quindi, oltre al tema autonomia e prezzo, si trova un altro cappio al collo: quello che "fatta una fatte tutte" se non si crea una differenza di base. E, forse, non a caso in Audi stanno pensando ai tre motori e ad aumentare il voltaggio per, appunto, fare la differenza.