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4 ottobre 2019

Seat entro il 2021 lancerà 6 nuovi modelli elettrificati

Seat entro il 2021 lancerà 6 nuovi modelli elettrificati. 
 
La Casa spagnola inizia una intensa e nuova attività di marketing-comunicazione con un approccio mi domando e mi rispondo! Insomma, una operazione “marzulliana”! 
 
La nuova strategia di Seat conferma quanto oggi ci sia un cortocircuito nel settore della mobilità anche con una confusione di ruoli che può generare mostruosità come in questo caso.
 
Pertanto leggiamo bene le domande e le risposte di Seat, mettendoci poi sotto un commento, perché secondo noi è andata fuori strada non solo nel ruolo ma anche nella forma.  


1. Quali tipi di auto elettriche ci sono?
Esistono tre tipi di veicoli che funzionano a energia elettrica in misura maggiore o minore. Innanzitutto, l'ibrido a doppio motore, con un motore a combustione primaria e un motore elettrico, in cui la batteria si ricarica quando il veicolo riduce la velocità. In secondo luogo, l'ibrido plug-in, in cui la batteria può anche essere ricaricata direttamente collegandola a una presa di corrente. Infine, l'auto elettrica al 100%, con un motore esclusivamente elettrico e una batteria ricaricabile plug-in. Secondo la Commissione europea, le vendite di auto a zero o basse emissioni a partire dal 2030, quelle che emettono meno di 50 grammi di CO2 per chilometro, devono ammontare al 40% del totale. Per il 2025 l'obiettivo è del 20%.

La risposta è corretta in linea di massima ma poco approfondisce tra l’altro gettando fumo negli occhi perché c’è l’ibrido mild (leggero), il full (più pesante)… Un mild hybrid sono i 48 volt che non si muovono solo con l’elettricità, il full hybrid permette di fare qualche chilometro con il solo motore elettrico. Attenzione poi che quando si parla di "plug in" non viene ricordato che c’è ancora un motore a combustione a fare la parte del leone e che questa tecnologia impone batterie più grandi e pesanti che limitano le prestazioni e alzano i consumi una volta che la batteria si è scaricata. Seat come tutti i costruttori nello spiegare la tecnologia plug in dovrebbe essere più chiara e seria, in modo da far capire e sottolineare che sulle lunghe distanze questa soluzione peggiora i consumi e conseguentemente le emissioni, ad informazione anche della classe politica. I costruttori dovrebbero chiedere omologazioni su tragitti più lunghi per dimostrare che non è oro quello che vogliono far sembrare come tale.
 

2. Dove puoi ricaricarli?
I punti di ricarica sono pubblici o privati. Ogni utente può avere una stazione di ricarica installata nel proprio garage personale o in comune purché sia ​​eseguita da un professionista autorizzato e soddisfi tutti i requisiti legali. Si stima che il 70% di tutte le ricariche avvenga a casa e al lavoro. In ogni caso, se è necessario ricaricare l'auto su strada, la rete di alimentazione cresce ogni giorno. Attualmente ci sono circa 100.000 stazioni di ricarica nell'UE ed entro il 2025 la Commissione europea prevede che questa cifra aumenterà di 20 volte, fino a 2 milioni di stazioni. Anche il tempo di ricarica sta gradualmente diminuendo. Ad esempio, la SEAT el-Born avrà un'autonomia di 420 chilometri dopo la ricarica per soli 47 minuti. Inoltre, l'implementazione di punti di ricarica ultrarapidi caricherà completamente le batterie in soli dieci minuti. Per facilitare i lunghi viaggi, il prossimo anno l'Europa avrà una rete di 400 stazioni di ricarica rapida (350 kW) situate ogni 120 chilometri.

A leggere c’è da stare sereni però non è proprio così. Innanzitutto perché non si chiarisce il tema della potenza degli impianti di ricarica: con uno casalingo i tempi superano le venti ore mentre con uno veloce possono bastare sei ore ore per avere un po’ più di trecento chilometri di autonomia ma ci sarebbe da raccontare anche che con i sistemi potenti e veloci si fanno ricariche parziali per avere dei tempi più brevi, perché c’è il problema di non stressare la batterie e inoltre molte colonnine danno più potenza all’inizio della carica e poi la riducono, allungando così i tempi. Per questo molti consigliano le ricariche parziali. La e-Born al momento è una concept. La prima elettrica di Seat che arriverà sarà su base ID.3 e la totale ricarica delle batterie in 42 minuti è pura utopia. Sognare troppo non sempre è buona cosa perché il risveglio può essere traumatico.  
 
3. Quanto dura?
Le batterie offrono un'autonomia compresa tra 200 e oltre 400 chilometri. Con la SEAT el-Born, l'autonomia sarà fino a 420 chilometri senza ricarica. La loro durata dipenderà da come viene utilizzata l'auto, poiché a differenza delle auto dotate di motore a combustione, i veicoli elettrici consumano meno nella guida in città. "Attualmente stiamo preparando un portafoglio di prodotti che consentirà di scegliere la gamma in base all'uso previsto del veicolo, quindi ci saranno diverse opzioni di capacità della batteria per soddisfare le esigenze di tutti i tipi di utenti", afferma Josep Bons, responsabile elettrico e sviluppo elettronico presso SEAT. A questo proposito, SEAT lancerà 6 nuovi modelli elettrici e ibridi plug-in entro l'inizio del 2021.

Il concetto di dare la "batteria giusta per l’uso" pone l'attenzione sui limiti tecnici ed economici delle vetture elettriche. Limiti che non saranno superabili a breve, poiché le batterie costano tantissimo e pesano moltissimo e si cerca di ovviare e risparmiare, facendo passare concetti legati all’uso. Ma questo conferma che per diversi anni non si avranno progressi importanti a livello di prezzi e peso.  

4. Un'auto elettrica raggiunge zero emissioni?
Sono considerati veicoli a emissioni locali zero per definizione stessa di un'auto elettrica. Inoltre, sono anche più sostenibili dal punto di vista del ciclo di vita globale del veicolo, producendo dal 17% al 30% in meno di emissioni rispetto a un veicolo diesel o benzina. "E se la batteria viene anche ricaricata con energia prodotta in modo sostenibile, come il vento o il solare, le emissioni ammontano a quasi il 90% in meno rispetto a quelle di un'auto convenzionale durante l'intero ciclo di vita", sottolinea Josep. Numerosi incentivi vengono applicati in Europa per promuovere l'acquisto e l'uso di veicoli a zero emissioni locali. In alcuni paesi, come la Norvegia, è prevista una riduzione dell'imposta diretta per l'acquisto di un veicolo elettrico. In Germania, Francia e Spagna ci sono incentivi all'acquisto e molte città europee offrono vantaggi specifici tra cui parcheggio gratuito e pedaggi, corsie d'accesso privilegiate e accesso gratuito di questi veicoli a zone a traffico limitato.

Sul tema "quanto sia una auto elettrica a zero emissioni" oggi ognuno la pensa in modo diverso perché ci sono studi pro e contro. Lasciandoli da parte, il punto è che l’auto elettrica pesa di più e più peso c’è più energia per muoversi si necessita. Un’auto elettrica pesa come minimo un 30% in più rispetto ad una a combustione: più peso, più materiali, più produzione, più inquinamento. Una elettrica necessita poi di materie prime come cobalto e litio che hanno un fortissimo impatto ambientale. Quindi non sono a zero emissioni. Pensare di alimentare le auto elettriche con energia solare o eolica per garantirne il funzionamento a zero emissioni è pura utopia perché non ce ne è abbastanza. Inoltre non è che anche l’energia eolica valga zero, perché per recuperarla bisogna costruire le pale che sono in materiali compositi, che dopo vent’anni vanno cambiate e quindi smaltite… Bisogna avere il coraggio di dirlo. Come bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di chiarire l’impatto delle batterie e delle materie prime per produrle e per lo smaltimento, nonché la durata. Giusto per entrare un po’ più nel dettaglio per capire meglio: se commissiono uno studio sulla vita di una elettrica e di una a benzina per un ciclo di dieci anni, avrò un risultato diverso rispetto a un ciclo vita di quindici perché sicuramente sulla elettrica dovrò cambiare il pacco batteria mentre su quella a benzina magari non dovrò sostituire ancora nulla. Quindi? In più se ci guardiamo alle spalle negli ultimi dieci anni alcuni costruttori hanno presentato diverse elettriche: quante sono ancora funzionanti e in circolazione? Insomma, su questo tema c’è davvero da sbizzarrirsi e bisognerebbe farla finita con le facili argomentazioni. Ci vorrebbero inoltre politici che commissionassero studi seri e solo dopo averli analizzati e ben ponderati con i tecnici del settore prendessero le decisioni necessarie, assumendosene le responsabilità. Perché dover smaltire un motore a scoppio da 100 kg che è un pezzo di ferro e una batteria da 400 kg non è la stessa cosa.



5. È più costoso di un'auto convenzionale?
I veicoli elettrici stanno diventando sempre più convenienti. In effetti, SEAT e il Gruppo Volkswagen si impegnano a produrre auto elettriche "per milioni di persone anziché per milionari". I miglioramenti tecnologici aiutano a ridurre il prezzo sui modelli elettrici. Ad esempio, il costo delle batterie è diminuito dell'80% negli ultimi dieci anni. Un'altra cosa da considerare è che il costo dell'elettricità è notevolmente inferiore a quello della benzina o del diesel. Inoltre, si stima che la manutenzione di un'auto elettrica costa solo un terzo rispetto a un veicolo dotato di un motore convenzionale. Infine, gli acquirenti nella maggior parte dei paesi possono beneficiare di sovvenzioni pubbliche o riduzioni fiscali al momento dell'acquisto di un'auto elettrica.

In questa ultima risposta Seat da' il peggio di se. Affermare che il costo delle batterie è diminuito dell’80% è la più grossa "favola" che possa raccontare. Se così non fosse, come spiegare che ancora oggi le elettriche costano tre volte in più di un modello a benzina?! Sul fatto che l’energia elettrica costi meno del carburante è un'altra "favola" che Seat ci racconta, perché si deve considerare che l’energia elettrica oggi non ha le tasse e le accise che gravano sulla benzina o sul gasolio! Infine una terza "favola" viene raccontata sulla manutenzione, perché se oggi prendo una elettrica sul mercato e dopo 8 anni devo cambiare la batteria, a ricambio costa più di trentamila euro! Cifra che non si spende in manutenzione in otto anni su nessuna benzina e diesel!! Quindi anche su questo tema quando leggete che le elettriche non necessitano di manutenzione, parliamone. Inoltre non si dimentichi l’impianto di raffreddamento di una elettrica.
Un ultimo commento vogliamo riservarlo alle sovvenzioni: queste arrivano da soldi dei cittadini, si tratta di una parte delle nostre tasse che sono state destinate a questo settore, quindi chi le paga è sempre "Pantalone" e quando si mette mano alle tasche dei cittadini, significa che si finanzia un business che NON FUNZIONA! Almeno fino ad oggi. Se invece un domani la tecnologia lo permetterà, allora che elettrico sia!

Oggi bisogna semplicemente essere realisti. L'auto elettrica per la città potrebbe avere anche più di una ragione; meno un'auto elettrica o elettrificata per fare di tutto.  

 

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