La nascita di Stellantis è stata approvata dai soci Psa, con il 99,85% dei voti e con il 99 di quelli di FCA.
Dopo le assemblee degli azionisti di Psa e Fca il quarto costruttore automobilistico mondiale è realtà.
Questi i suoi numeri: più di 8 milioni di auto vendute all’anno; oltre 400 mila dipendenti; un fatturato superiore ai 180 miliardi.
Le sinergie annuali previste da questa unione valgono cinque miliardi e poggiano su: condivisione di piattaforme, componentistica e acquisti congiunti di forniture.
Il nuovo gruppo Stellantis che fu annunciato il 31 ottobre 2019 ha l’obiettivo di creare un leader mondiale nella mobilità sostenibile.
La sede sarà in Olanda.
Come primo azionista Exor con il 14,4%, alla famiglia Peugeot il 7,2%, lo stato francese il 6,2% e i cinesi di Dongfeng il 5,6%. Attenzione questi ultimi non si sono sfilati e già partono pensieri positivi e negativi su questa presenza.
Presidente è John Elkann, Robert Peugeot il vicepresidente, ma il volante è nelle mani di Carlos Tavares, l’amministratore delegato uomo-macchina.
Carlos Tavares è un portoghese di 58 anni che ha lavorato in Renault e che abbiamo conosciuto nel lontano 2000 quando era impegnato nel progetto Megane 2, all'epoca del mitico presidente Louis Schweitzer. Tavares, uomo già allora appassionato e molto diretto, è nel 2013 quando entrò in PSA fortemente in crisi riuscendola a portarla fuori dalla tempesta che salì agli onori della ribalta. E anche un poco cambiò.
Il piano industriale di Stellantis arriverà entro l’estate e solo allora si capirà per bene la strada che prenderanno tutti i marchi, soprattutto quegli italiani (Alfa Romeo, Fiat, Lancia…).
PS A metà anni settanta Fiat compresa OM e Autobianchi dava lavoro a 200 mila persone. Alfa Romeo a 41 mila. Lancia a 12 mila. Citroen occupava 100 mila persone e Peugeot 54 mila. Chrysler che aveva acquisito Simca da poco oltre 100 mila. I numeri allora erano importanti. Il Presidente di Stellantis Elkann ha oggi fatto un discorso bellissimo, profondo e toccante davanti agli azionisti di cui si riportano alcuni passaggi. «Stiamo vivendo un'epoca di profondi cambiamenti nel nostro settore, caratterizzata da una rapidità e un'intensità paragonabili soltanto a ciò che accadde alle sue origini, alla fine del diciannovesimo secolo. Si tratta di un'epoca estremamente complessa, ma allo stesso tempo entusiasmante. Credo sia un momento molto simile a quello che i nostri padri fondatori hanno affrontato con grande energia in quegli anni pionieristici. Hanno dato vita a imprese in grado di resistere alla prova del tempo, e capaci di essere all'altezza delle sfide lanciate dal mercato. Imprese che hanno saputo innovarsi, adattarsi ai tempi e alle esigenze dei loro clienti. Questo è ciò che ci ha spinto a creare Stellantis e che continuerà a ispirarci mentre andremo avanti a costruire sulle fondamenta poste da questa fusione». «Il prossimo decennio ridefinirà la mobilità. Noi intendiamo svolgere un ruolo determinante nella costruzione di questo nuovo futuro, ed è stata quest’ambizione a unirci»
In questo Suo messaggio c'è tutto, passato presente e futuro. Sopra abbiamo riportato i numeri di una industria dell'auto che produceva meno ma occupava di più. Un tema questo importantissimo che si spera sia uno dei tanti punti su cui il mega Gruppo Stellantis non voglia giocare da comparsa ma da protagonista.