FCA PSA
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30 ottobre 2019

matrimonio tra FCA e PSA: d'amore o riparatore?

FCA e PSA confermano che sono in corso colloqui volti a dar vita ad uno dei principali gruppi automobilistici mondiali.
 
Due sono le domande che molti si pongono: “Perché i due si vogliono maritare? E, soprattutto, ci riusciranno?”

Rispondere che ben si integrano, perché sono simili, perché le sfide che li aspettano sono impegnative e l’unione farà la forza è, a dir poco, banale. Significa vivere nel mondo della frutta candita. 

Il punto vero è che PSA in Cina bene non va e FCA in Europa sta soffrendo come mai nel passato e quindi qualcosa devono fare.
Ma soprattutto quello che più li avvicina è che ad entrambi fa paura il domani

In più, PSA ha in essere un complicato rapporto con i cinesi di Dongfeng che incide non poco. Perché gli azionisti cinesi di Dongfeng che solo cinque anni fa hanno investito 800 milioni non si capisce cosa vogliano fare e come stiano economicamente, in quanto la crisi nel settore auto in Cina sembra essere più violenta di quello che ufficialmente trapela. L'anno scorso, la joint venture tra Dongfeng Motor e PSA ha venduto 253.000 unità, con un calo del 33% su base annua. Nei primi sei mesi del 2019 ha venduto 63.000 unità, pari a solo il 26,8 per cento del suo obiettivo di vendita di quest'anno.


Chi vede di buon occhio l’unione FCA-PSA è oggi allettato dalla nascita di una “famigliola” da 45 e oltre miliardi, con auto per tutti i gusti, anche nel settore del lusso dove la francese non è mai riuscita ad entrare. Fa gola poi la possibilità del mercato USA, dove FCA è ben presente ma anche la maestria del N.1 di PSA, Tavares.

Se usciranno i cinesi da PSA, come e quando farà la differenza. Se si inseguirà l’elettrificazione in quanto materie prime e produzioni batterie sono tanto, troppo legate ad Oriente, un appiglio cinese, serve. Anche sugli USA un po’ di interrogativi rimangono, soprattutto su come vedrebbero un asse tanto forte italo-francese. E c’è la posizione di Jeep.

Non si sottovaluti poi un altro aspetto tutt’altro che marginale: tra FCA-Renault-Nissan, il triangolo, secondo alcuni, si ruppe proprio sull’argomento "batterie ed elettrificazione" perché i giapponesi erano adirati delle mosse dell’ex nr.1 Ghosn per come aveva preso da Nissan, pur essendo loro alleato, tecnologia e know-how da trasmettere a Renault; adirati pure per non averli tenuti nella dovuta considerazione durante la trattativa. Aspetti della questione non valutati adeguatamente per i quali poi, appunto, la trattativa si arenò.

Insomma, molto dipende anche da come tutti i soggetti attivi verranno coinvolti. In Europa si parla poco di interessi nazionali, forse sarebbe il caso di pesarli per bene.

FCA e PSA si parlano, hanno buoni motivi per maritarsi ma non è semplice. 

A meno che non si ritorni sulle strade maestre dei motori a combustione dove l’Europa e le sue aziende non soffrono confronti e dove possono davvero essere liberi di muoversi come credono, mandando alle ortiche Cina e cinesi e non solo.

Fin quando l’industria dell’auto europea seguirà tecnologie non sue dovrà confrontarsi; se invece stacca la spina allora può fare tutto. 

Non prendere coscienza di questo può trasformare un matrimonio bellissimo come quello tra FCA e PSA in un matrimonio da incubo. In questo caso d'amore o riparatore poco importa.

 

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