Il salone di Los Angeles è l’ultimo salone di interesse globale dell’anno per l’automobile.
Da diverso tempo vive tra alti e bassi ma ha sempre una sua dignità.
L’edizione 2017 in corso ha colpito molto per la dichiarazione di Manley (N.1 di Jeep) sulla possibilità di avere una versione ibrida plug in a partire dal 2020 della rinnovata Wrangler. Ma soprattutto per l’interesse sulla versione a gasolio 3 litri che promette 30 mpg contro i 20 del modello a benzina in autostrada.
Questo interesse sul Diesel da parte di addetti e pubblico ha molto colpito perché nella patria che ha generato il Dieselgate e nello Stato dove l’auto elettrica si vuole imporre, la California, getta un ombra sinistra su chi pensa al Diesel come una soluzione da buttare alle ortiche.
Con un veterano del settore automotive si è fatto un parallelo con le ultime elezioni americane che hanno portato alla Casa Bianca un Presidente inaspettato.
L’intellighenzia puntava su una candidata, la pancia ha preferito altro. Ebbene lo stesso sembra valere per l’automobile e la sua alimentazione: c’è chi scommette sull’elettrificazione e chi sul motore a gasolio che nonostante il violento attacco è quello che quando si usa più fa risparmiare grazie a consumi inferiori e che oggi anche meno inquina tanto che c’è chi lo chiama “clean machine” grazie ai suoi sistemi di pulizia sempre più raffinati!
In più negli USA inizia proprio a piacere alla pancia dell’America, quella che ha vinto le elezioni perché più numerosa, grazie anche alla notevole coppia che spinge subito.
In poche parole sembra che anche sull’automobile e sul sistema di alimentarla per muoverla ci sia una profonda spaccatura, tanto da far sempre più pensare che l’automobile a gasolio non sia proprio sul patibolo e che possa ancora imporsi. Anche perché c’è a suo favore il tema Co2.