Per muoversi veloce l’uomo inventò la ruota.
Poi, dalla forza naturale passo a quella meccanica.
Seguì a ogni cambiamento una rivoluzione sociale straordinaria.
Oggi ci sono tutti gli elementi per percepire che siamo di fronte ad un altro grandioso mutamento.
Basta guardarsi attorno e vedere l’ultimo desiderio dei ragazzi: l’hoverboard.
Una tavoletta con due ruote agli estremi che porta per circa due ore anche a 15 km/h chi sale sopra e la governa con il proprio peso, tanto da apparire magica a occhi che hanno ancora tanto da vedere mentre a chi non è più tanto giovane, diabolica.
Pensata nel 2013, dal 2015 la tavoletta motorizzata si sta diffondendo a macchia d’olio nonostante la legislazione di molti Stati non abbia ancora capito come inquadrarla (non si possono usare per strada…), in Italia in particolare.
E’ un vero peccato perché ha grandissime potenzialità, sicuramente maggiori di quelle del Segway da cui ha preso spunto, perché peso e dimensioni nettamente inferiori la rendono decisamente più fruibile e facilmente riponibile nel bagagliaio di un’auto ad esempio, così da averla pronta all’uso, per muoversi in zone a traffico limitato agli autoveicoli.
Il prezzo poi, attorno ai 200/400 euro, è importante perché la rende accessibile ai più.
Dove non convince pienamente è nel made in China e nella qualità dei componenti, perché fino ad oggi la tavoletta è stata pensata più come un giocattolo che come un mezzo di trasporto vero, tant’è che se si leggono le schede tecniche si scopre che tutti gli hoverboard sul mercato hanno due motori di potenze simili, con autonomie assai poco differenti.
Solo recentemente sono state introdotte versioni a ruote più grandi e con batterie più evolute ma tecnicamente non ci sono ancora hoverboard di qualità superiore.
Presto però potrebbe cambiare tutto perché gli sviluppi di questo mezzo di trasporto potrebbero davvero cambiare il modo di muoversi di molti. Si pensi ad esempio alla mobilità individuale nelle grandi città con queste tavolette sia per chi ci vive sia per chi ci arriva in auto o in treno o in aereo. Muoversi potrebbe essere molto più facile e pratico sempre che tutto funzioni bene, in primis gli accumulatori e soprattutto se ci sarà energia elettrica in abbondanza. Aspetto quest’ultimo poco preso in considerazione oggi: se si pensa che tutti parlano di mettere colonnine per le auto elettriche senza, però, affrontare il tema di dove recuperare l’energia, dimenticando che d’estate solo con l’uso dei condizionatori spesso il sistema va in crisi. Figuriamoci se, oltre ai condizionatori, ci fosse da disporre energia anche per l’auto elettrica o altri mezzi di trasporto a corrente… E non bisogna nemmeno sottovalutare lo stato delle strade se si pensa agli hoverboard, noti gli asfalti gruviera su cui ci muoviamo.
In poche parole gli hoverboard sono all’inizio della loro corsa e tutto lascia intravedere potenzialità da rivoluzione copernicana sempre però che non ci si fermi a guardare solo la…punta del naso.
PS 1
Un hoverboard di media gamma dispone di due motori da 350 watt con una pacco batteria da 4.400 mAh. L’autonomia è di circa 20 km o un funzionamento di 1-2 ore a seconda della velocità e del peso di chi porta. Può superare pendenze di 15° e raggiungere una velocità di 15 km/h. Le versioni di classe superiore arrivano a superare pendenze di 20° e hanno batterie un po’ più potenti per fargli toccare anche i 20 km/h. L’autonomia è sempre attorno all’una/due ore di funzionamento. Molto poco. Le ruote sono da 6,5 pollici ma ci sono anche di dimensioni maggiori e questi vanno molto meglio soprattutto quando si corre su strade come le nostre dissestate. Il peso di un hoverboard è di circa 23 kg.
PS 2
Lo scorso anno Lexus ha presentato un hoverboard a levitazione magnetica con tecnica a elio liquido e questo potrebbe essere l’ulteriore passo per una rivoluzione davvero epocale, anche se richiederà sviluppi straordinari anche per le infrastrutture e non sarà possibile vederlo in breve tempo. Giusto per dare a Cesare quel che è di Cesare, questo rivoluzionario hoverboard è stato sviluppato da un’azienda tedesca. E sempre per diritto di cronaca vale la pena ricordare che i Paesi più impegnati in questo settore sono Germania e Giappone mentre in Cina c’è stata la prima vera applicazione di questa tecnologia con il treno che collega l’aeroporto di Shanghai con la città. Il treno raggiunge i 500 km/h.