Oggi vado in edicola e compro AlVolante.
Sulla copertina leggo: “3 auto green in prova”.
Incuriosito, vado subito alla prova di una delle tre auto green, la Range Rover Evoque Plug In.
Leggo che ha un motore a tre cilindri turbo benzina supportato da un pacco batteria che serve un altro motore ma questa volta elettrico. E mi precipito a leggere i dati dei rilevamenti: consumo in città un litro ogni 11,6 chilometri percorsi; consumo in autostrada un litro ogni 9,3 chilometri percorsi… e salto sulla sedia.
Come si fa a dire che questa auto è green? Con quei consumi!
Prendo un vecchio Al Volante con la prova della Range Velar di tre anni fa.
Un modello assai più grande e potente, con motore diesel da 240 cavalli. Leggo come consumi: un litro ogni 12,5 chilometri in autostrada.
Ora tutti sanno che meno si consuma meno si emette Co2.
Quindi la Velar vecchia di tre anni consuma meno e conseguentemente impatta meno sull’ambiente della Evoque Plug In che tra l’altro beneficia di incentivi statali che paghiamo tutti noi e che sulla copertina di AlVolante gode dello strillo “auto green”.
Il termine “green” solitamente viene associato a prodotti che impattano poco sull’ambiente e numeri alla mano tra le due inglesi una bella differenza c’è e non è a favore di quella che sulla copertina di AlVolante viene definita green.
E attenzione: quando si usa la Range Rover Evoque Plug In in modalità elettrica, attingendo al pacco batteria da 15 kWh che garantisce circa poco più di 30 km di autonomia, sempre AlVolante, dichiara che il consumo medio rilevato è di 4,0 km/kWh, un valore molto simile a quello della Ford Mustang Mach-E che è molto più pesante e potente. Quindi anche in questo caso la Range Rover Evoque plug in è gran poco… green.
Insomma, mai fermarsi ai titoli e soprattutto entrate nel merito per non prendere fischi per fiaschi come stanno facendo molti nostri politici che son convinti che queste automobili plug in siano amiche dell’ambiente quando in realtà non lo solo sono affatto.