Questa settimana avrebbero dovuto riprendere le fabbriche cinesi a pieno ritmo. Ma la situazione dovuta al Corona virus non lo permette.
La Casa automobilistica Skoda è in stallo.
BMW prolungherà le vacanze in fabbrica negli stabilimenti di Shenyang di una settimana, fino al 9 febbraio.
Bosch che produce scatole sterzo e sistemi termici vive attingendo al magazzino.
Ford ha in programma di riprendere la produzione il 10 febbraio presso le sue strutture produttive in Cina con il partner della joint venture Chongqing Changan Automobile.
Tesla a cui è appena partita la produzione della Model 3 mette in conto un rallentamento.
Nvidia, il più grande produttore di chip per computer grafica è un fornitore chiave, e anch’esso sta subendo lo stop.
Il fornitore canadese Magna ha due strutture proprio a Wuhan. E l’allungamento della chiusura di due strutture crea non pochi problemi.
I più non sono convinti che basti questa settimana ancora di attesa.
E questo inquieta perché potrebbero crearsi problemi anche per le catene produttive fuori dalla Cina in quanto non sono pochi i componenti che arrivano da là per la produzione di auto qua.
In Germania c’è ansia per il caso Webasto: il primo bambino contagiato dal Corona virus è il figlio di un dipendente della Webasto e tutti i casi confermati sono collegati all'impresa bavarese del settore automotive.
In queste ore sono in tanti a domandarsi cosa possa succedere anche in virtù del fatto che molte fabbriche importanti dipendono dall’approvvigionamento di piccoli sub fornitori. Il rischio è che si vada incontro a un periodo davvero difficile.
E ci sono anche nuvole minacciose sul capo di molti per l’andamento dei conti. Mitsubishi va malissimo, Nissan segue a ruota. In più tanti costruttori in Europa stanno rivedendo i loro piani per la Brexit e per le assurde normative sulle emissioni CO2. BMW ad esempio sembra abbia ritardato lo sviluppo della nuova Mini, Mercedes è intenzionata a dismettere la produzione della Classe X. In più la spinta della politica sull'elettrico sta creando una confusione totale su consumatori ma anche sviluppatori prodotto.
Il momento non è certo facile e forse sarebbe il caso che in Europa si passasse a dei fatti concreti, per lo meno sospendendo subito le assurde regole sulla CO2 che stanno minando le fondamenta di una industria importantissima che se cade porterebbe a un effetto domino davvero pericoloso anche in tanti altri settori.
Si ricorda che secondo stime prudenziali le Case automobilistiche in Europa potrebbero pagare qualcosa come 34 miliardi di multe per non essere riuscite a stare dentro il limite dei 95 g/km di co2. Un valore imposto dalla Ue che non ha uguali nel mondo e che porta a dire anche che non sempre i primi della classe lo sono anche nella vita.