Le vendite di auto nuove in Italia continuano ad andare male.
Nello scorso mese di novembre sono state immatricolate solo 119.853 unità, quindi il consuntivo dei primi undici mesi del 2022 continua a rimanere molto basso, a sole 1.211.769 unità. Se ci si rapporta al 2019, ultimo anno “normale”, il buco è di quasi 560 mila automobili.
Il 2022 si chiuderà quindi ben al di sotto dei 1,4 milioni di immatricolazioni. Un numero che potrebbe portare a ridimensionamenti delle reti distributive e non solo.
Le cause di questa crisi sono tante ma tra le più importanti ricordiamo: la decisione della politica di spingere per la mobilità elettrica ancora troppo acerba e dai costi elevati che pochi si possono permettere; il passaggio da costruttori ad assemblatori dei principali brand che li ha messi in crisi tra l’altro perché sempre più interessati solo ad incrementare i guadagni attraverso meno produzione e più servizi, favorendo anche le auto più costose a quelle più popolari perché assicurano maggiore marginalità.
Rispetto al mese di novembre 2021 lo scorso mese si è registrato comunque un incremento delle vendite del 14% che ai più fa vedere un bicchiere vuoto mezzo pieno, ma attenzione che ci sono anche gli incentivi. Non si dimentichi che lo Stato ha messo sul tavolo ben 700 milioni di euro per questo risultato! Incentivi che continuano a drogare e mistificare tutto. I produttori di auto oggi non si preoccupano di aumentare i prezzi perché tanto vengono compensati dagli incentivi.
Poi, detto tra di noi, sempre sui prezzi delle auto che salgono sempre più.
Chi pensava che con la diffusione dell’auto elettrica le batterie sarebbero scese di prezzo oggi si è reso conto di essersi sbagliato.
E non poteva essere altrimenti perché di materie prime per fare le parti elettrificate per tutti non ve ne sono, quindi come legge economica insegna se c’è offerta limitata ma richiesta cospicua i prezzi possono solo che salire.
Oggi quindi molti costruttori piangono come coccodrilli. E pensano come exit strategy di allungare la vita dei veicoli, portandola anche a 15-20 anni, contando sull’affidabilità del motore elettrico.
Il punto però che ancora una volta non considerano è che l’affidabilità dei veicoli, come abbiamo appreso in questo vent’anni, non è compromessa dalla meccanica bensì dall’elettronica.
E l’auto elettrica che abusa di elettronica avrà quindi anch’essa il suo limite fisico.
La morale di tutto ciò è che si stanno facendo sempre più nodi attorno alla mobilità individuale con il rischio concreto che in Europa come in Italia di auto per tutti ve ne saranno sempre meno e la mobilità individuale sarà sempre più per pochi. Oggi sul podio in Italia delle auto più vendute ci sono la Panda, la Dacia e la Ypsilon. Tutte auto che costano la metà dell'elettrica più economica. Ma di questo nessuno sembra preoccuparsene.