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29 marzo 2023

scelte europee: peggio di così non si poteva fare

Il parlamento europeo, arrivato praticamente a fine mandato, in una corsa disperata contro il tempo, ha sentenziato che in Europa dal 2035 potranno essere vendute solo automobili a zero emissioni.

Ma attenzione, non pago, presenterà un "atto delegato" che consentirà l'utilizzo di carburanti sintetici, considerati "a emissioni neutre di CO2", che consentirà di proseguire la produzione (e la vendita) di motori a scoppio anche oltre il 2035!

Fine della storia?

Assolutamente no.

Perché la clausola di verifica su questa decisione sarà nel 2026, con parlamento tutto nuovo e potrebbe cambiare il tutto.
 
La visione europea, che non è quella globale, è dirompente per cittadini e industria del Vecchio Continente ma anche per il pianeta perché ancora non è chiaro il completo impatto ambientale della mobilità elettrica. E’ vero che l’auto elettrica non emette nulla quando viaggia, ma sulla produzione e sul consumo di energia e da dove questa arriva ci sono tante risposte ancora poco chiare. A partire dal fatto che oggi ci ritroviamo in Europa a consumare carbone per avere elettricità o che si è favorita la tecnologia ibrida plug in che consuma molto di più di quella delle auto a gasolio e quindi impatta anche due volte in più a livello Co2 quando si superano i 50 km di percorrenza. 
 
Importante è sottolineare che il governo italiano ha deciso di non partecipare al voto, astenendosi. Il motivo è semplice: dopo aver cercato sponda con la Germania per tenere in vita i motori a combustione interna grazie ai carburanti alternativi (di sintesi o bio) l'Italia si è trovata a non disporre di un sostegno adeguato per respingere il testo sul 2035 a seguito dell'accordo tra la Commissione europea e la Germania sui carburanti di sintesi. In pratica, il governo tedesco è passato da contrario a favorevole dopo aver ottenuto una deroga sull'utilizzo degli e-fuel ma soprattutto perché la forte presenza dei Verdi nel Governo e la criticità dello stesso che continua ad emergere ha avuto un ruolo decisivo.
 
Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato: "L'Italia si è astenuta perché è stata ammessa la possibilità, come da nostra richiesta originaria di poter avere dal 2035 una continuità con i motori endotermici. Noi siamo dei produttori di biocarburanti e naturalmente abbiamo ottenuto il fatto che si possa nei prossimi mesi prima della verifica del 2026 aprire una discussione nel provare che il bilanciamento dell’emissione dei biocarburanti tra la parte di captazione di CO2 nel momento dell’utilizzo. Credo che nei prossimi mesi naturalmente dovremo valutare quella che è la neutralità tecnologica con delle prove scientifiche. Nel contempo però siamo anche nella condizione di dire che i motori endotermici ci saranno anche dopo il 2035".
 
Massimiliano Salini, Europarlamentare di Forza Italia e del Partito Popolare Europeo, ha detto: "Avendo negoziato personalmente il testo in Commissione Trasporti al Parlamento Europeo, si parla solo di “CO2 neutral fuels”. Sono curioso di vedere come cercherà la Commissione europea per includere gli e-fuel e non i biocarburanti. Sul piano tecnico, l’esclusione di questi ultimi è infatti impossibile, visto che si tratta di carburanti la cui neutralità si basa, esattamente come per gli e-fuel, su una compensazione tra la CO2 sottratta nella loro produzione e quella emessa nell’utilizzo dei veicoli. In ogni caso serve un cambio nel calcolo delle emissioni: occorre passare dal conteggio di CO2 al tubo di scarico, Tail-pipe, al più completo sistema Life cycle approach, che proponiamo da mesi e tiene conto delle emissioni nell’intero ciclo produttivo dei combustibili e dell’auto."




 

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