Mercato auto europa 2024
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29 agosto 2024

di mercato dell'auto: l'Europa sempre più nell'angolo

Secondo i dati diffusi oggi dall’Acea, in luglio sono state immatricolate nell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) 1.025.290 autovetture con un incremento sullo stesso mese del 2023 dello 0,4%, ma con un calo rispetto ai livelli ante-crisi, cioè rispetto a luglio 2019, di ben il 22,9%.
 
Lievemente migliore di quello di luglio, ma comunque insoddisfacente, è il risultato dei primi sette mesi dell’anno in cui sono state immatricolate 7.906.191 autovetture con un incremento del 3,9% sullo stesso periodo del 2023, ma con un calo del 19% sulla situazione ante-crisi, cioè sul periodo gennaio-luglio 2019.
 
Non vi è quindi ancora nessun segnale che autorizzi a ritenere che il mercato dell’auto possa ritornare in tempi ragionevolmente brevi ai livelli ante-crisi e ciò nonostante che il prodotto interno lordo della UE abbia pienamente recupero gli effetti della crisi.

Come già più volte illustrato dal Centro Studi Promotor, la perdurante crisi del mercato automobilistico europeo è dovuta a molti fattori tra i quali particolarmente importanti sono la forte crescita dei prezzi delle autovetture e la politica adottata dall’Unione Europea per raggiungere l’obiettivo dell’abbandono delle vendite di autovetture con motori endotermici a partire dal 2035.
 
Appare infatti sempre più chiaro che sulle difficoltà del settore dell’auto molto forte è l’incidenza dei provvedimenti adottati per avviare la transizione verso l’auto elettrica. Tra l’altro proprio negli ultimi mesi il processo di transizione sembra essersi arrestato. La quota delle auto elettriche (BEV) in luglio 2024 è scesa al 13,6% contro il 14,5% del luglio 2023 e nel periodo gennaio-luglio 2024 la quota delle auto elettriche (BEV) è scesa al 13,8% dal 14,3% dello stesso periodo del 2023. L’arresto della crescita delle auto elettriche è indubbiamente un segnale molto negativo e ad aggravare il quadro si aggiunge che nel maggior mercato dell’area, quello della Germania, la quota delle auto elettriche è scesa in luglio dal 20% del 2023 al 12,9% del 2024. La fine degli incentivi in Germania si è sentita moltissimo e quelli italiani continuano a non dare i risultati immaginati.
 
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, una parte importante della responsabilità dell’attuale crisi del mercato dell’auto europeo va ricercata nella politica della UE che ha imposto pesanti investimenti all’industria automobilistica dell’area e che in presenza di uno scarso interesse da parte del pubblico per l’auto elettrica ha determinato la necessità per gli Stati di sostenerne la domanda con incentivi di rilevante entità.
 
A ciò si aggiunge che in questa situazione si sono create le condizioni per una forte penetrazione nel mercato dell’Unione di auto elettriche cinesi.
 
Il rimedio considerato dall’Unione Europea per contenere questa penetrazione è l’aumento dei dazi all’importazione di auto cinesi, ma da parte cinese è emerso l’orientamento di rispondere con l’imposizione di dazi pesanti per le importazioni in Cina di auto europee di media ed alta gamma. Se una situazione di questo tipo si verificasse l’industria dell’auto europea, che sta cercando di compensare le perdite accumulate per la transizione all’elettrico con l’esportazione di vetture di media ed alta gamma, sarebbe fortemente penalizzata e la tempesta sull’auto europea diventerebbe perfetta. 

In tutto questo è arrivata anche la notizia che il costruttore cinese BYD per le sue operazioni in Europa ha nominato Alfredo Altavilla Advisor. Il manager dal lungo trascorso in FCA (FIAT) ha profonde conoscenze del mercato europeo e può accrescere la forza operativa. Inoltre si segnala anche che il Gruppo Hyundai ha presentato il suo piano all'investor day che prevede un forte impegno per i mercato USA, Cina e India. Lascando all'Europa il ruolo di cenerentola. 

Insomma, come si era già scritto tanto tempo fa, l'Europa è sempre più stretta e accerchiata ma soprattutto cavita su se stessa per colpa di scelte e visioni miopi ma anche troppo figlie di uno spiccato eurocentrismo.

 

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