Maggio 2016: Joshua Brown a bordo di una Tesla impatta e perde la vita contro un camion.
L’incidente diventa un caso mondiale perché Brown si era affidato a un sistema di assistenza alla guida chiamato Autopilot e la telecamera non aveva visto il camion davanti che cambiava direzione, centrandolo in pieno mentre lui era impegnato in tutt’altro.
A poco più di un anno arriva il verdetto che non imputa la responsabilità all’auto e ai suoi sistemi.
Sull’argomento bisogna però fare immediata chiarezza, iniziando da cosa s’intende per sistemi di aiuto alla guida e guida autonoma perché un conto è la guida assistita, un altro la guida autonoma. Ebbene a oggi la guida autonoma non è offerta da nessuno. I sistemi di assistenza a chi guida invece sì, ma vanno usati rimanendo sempre vigili, cosa che Brown non fece. E da qui la motivazione della sentenza.
Il punto fondamentale è che quando si parla di nuove tecnologie bisogna essere ben chiari per far capire che aiutano ma non sostituiscono l’uomo. E che questi sistemi non sono infallibili. E che sull'automobile vanno ben valutati perché se si...inceppano sono, quando va bene, dolori. In parole povere possono essere solo dei sistemi che intervengono quando è inevitabile l’incidente ma che non sono affidabili al 100%. Va anche specificato che alcuni intervengono pure quando non servono, pertanto non vanno assolutamente sopravvalutati, anzi. E che la legislazione non li riconosce. E che funzionano al meglio quando c’è una segnaletica adeguata a loro, quasi mai. E che hanno ancora bachi nei sistemi come, ad esempio, se passa un oggetto davanti all’auto (tipo uno scooter) a velocità superiore (e quindi senza arrecare danno) attivano la frenata d’emergenza, creando panico e pericolo di tamponamento. Tutto ciò è importante che si sappia perché la comunicazione senza etica di oggi porta a pensare al contrario e che, grazie a questi, ci si può…distrarre. Complici pubblicità diciamo…fuorvianti.
Il National Transport Safety Board (Ntsb) che ha analizzato il caso dell’incidente di Brown ha più volte cambiato idea per i tanti attori coinvolti (tecnica, legislazione, errore umano…) ed è stato chiesto alla Casa automobilistica americana di "avvertire e istruire adeguatamente gli automobilisti". Tesla ha così risposto: "Continueremo a essere estremamente chiari con i nostri clienti sul fatto che l'Autopilot non è un sistema di guida autonomo e che gli automobilisti devono comunque prestare attenzione tutto il tempo". Ma viene anche da dire che forse avrebbe pure dovuto cambiare il nome da Autopilot a PilotAssist. Perché in un mondo dove tutto è sempre più complicato ma si vuole fare semplice, la chiarezza diventa importante e in questo caso specifico anche questione di vita o di morte. E informarsi per bene fa la differenza perché oggi manca etica e la realtà è sempre più quella di far apparire ciò che non è, sia in buona sia in cattiva fede. E infine una parola anche sui media che lanciano anch’essi messaggi fuorvianti con titoli come “il pilota automatico è innocente…” quando non esiste!