La più velenosa delle sportive americane, quella che ha inaugurato l’era dei dieci cilindri, la Dodge Viper, compie venticinque anni e lascia la scena con una serie speciale non estrema, di più, denominata ACR. Giusto per dare a Cesare quel che è di Cesare va detto che, dopo il debutto della Viper, BMW presentò il V10 per le serie M, Porsche un V10 per la Carrera GT (la più bella Porsche da guidare di sempre)...
Sulla Viper ACR davanti colpiscono gli splitter anteriori regolabili per dare carico all’anteriore quando si va oltre i limiti; dietro l’ala esagerata per fare pressione sulle maxi ruote da 335 millimetri su cerchi forgiati in alluminio da 19 pollici.
Sotto il lungo cofano la forza bruta della cilindrata poderosa di 8,4 litri, che libera 645 cavalli e ben 814 newton metri di coppia, ma anche sospensioni finemente regolabili e il meglio dei freni con pacchetto Brembo a 6 pistoni.
In pista la VIper è sempre stata puro divertimento, ma l'apice si raggiunge con questa ACR, che può essere portata al limite con una guida dalla precisione millimetrica ma quando non si deve fare il tempo permette anche di esibirsi in poderosi sovrasterzi di potenza con grandissima facilità, grazie alla perfetta distribuzione del peso e alla coppia del dieci cilindri.
Leva cambio manuale corta e non certo morbida da muovere, sedili super avvolgenti, pacchetto info adeguato e tanto carbonio abbinato a camoscio, la Viper si muove svelta da una curva all’altra, impressionando per come conquista l’appoggio, anche dopo essere saltata su un cordolo, grazie alla maxi ala posteriore, che si rivela un'alleata preziosa per le scorribande in pista.
Linea unica con cofano motore infinito, abitacolo arretrato, tetto bombato, parabrezza piccolo da carlinga aeronautica, la Viper fa girare la testa e il prezzo di 113 mila euro non risulta nemmeno eccessivo per portarsi a casa un pezzo di storia, ma soprattutto una tra le supercar più coinvolgenti mai costruite, con un motore che ha fatto scuola e che se ne va in pensione.
La Dodge Viper non va dimenticato che fu sviluppata e guidata anche da persone mito come Carroll Shelby, Bob Lutz e Lee Iacocca. Il V10 nasce in collaborazione con Lamborghini che all’epoca era nella galassia Chrysler.
Il motore all’inizio forniva 400 cavalli e per tenerlo leggero fu pensato in alluminio, pesava poco più di 300 kg. La vettura pesava sotto i 1500 kg perché era costruita con carrozzeria in pannelli di vetroresina. All’inizio gli scarichi correvano lungo i brancardi e quando si scendeva dopo una tirata bisogna scavalcarli con attenzione, altrimenti ci si scottava! Le finiture ma anche la costruzione era molto spartana. Migliorò molto la Viper nella terza edizione, quella sviluppata quando Chrysler entrò nella galassia Mercedes, ma è quella dell’era FCA la più cattiva di tutte.
Dire su quale delle tre sia meglio investire facile non è perché la prima è la più autentica, la seconda quella più godibile soprattutto nella versione roadster, la terza quella più perfezionata ma anche meno ruvida. La prima scattava da 0 a 100 in 4.6 secondi, la seconda generazione era scesa a 4 secondi, la terza a 3,8 e l’ultima è scesa sotto i 3,7 secondi.
Molte Viper sono finite anche nelle mani di preparatori che sono arrivati a spremere oltre 700 cavalli dal V10 e per chi è attratto dagli oggetti unici, dalle one off, non vanno dimenticate l’Alfa Romeo TZ3 di Zagato su base Viper del 2012; la GTA Spano; la VLC Force 1.
Per entrare in possesso di una Viper si parte da 35 mila euro.