Prendiamo una ibrida. Una ibrida di qualità: una super giapponese.
Iniziamo ad usarla su un percorso di 50 chilometri, il classico per molti tratta casa ufficio.
Trenta chilometri di superstrada, 10 di città e altri dieci di extraurbano.
Passa una settimana e dopo si fanno due conti: il consumo è stato di 6.6 litri per 100 chilometri.
Lo stesso percorso lo si era fatto quattro anni fa con una Opel Astra 1.6 diesel. Il risultato di allora era stato di 4.5 litri ogni 100 chilometri!
La ibrida di ultimissima generazione consuma di più, costa di più perché ha più componenti (motore elettrico, batteria aggiuntiva…) è meno veloce, ha meno autonomia.
La classe politica è entrata a gamba tesa sulla tecnica e ha deciso di sposare la tecnologia ibrida.
Molti che si professano “verdi” pure.
A questi che le ibride consumino di più e i cui componenti non vengano prodotti in Europa non sembra interessargli.
Sempre con la ibrida giapponese sono stati anche percorsi cionquecento chilometri in autostrada: a 110 km/h si sono consumati 6.8 litri ogni 100 chilometri, a 120 7,2 litri e a 130 7,5 litri. Con una Mercedes Classe E con il recente Diesel 2 litri da 190 cavalli si sono consumati rispettivamente 5 litri, 5,5 e 6.2 litri. Quindi molto meno e con un motore molto più potente e anche una vettura molto più grande sicura e confortevole.
Personalmente continuo ad attenermi ai fatti: a quanta energia per muoversi si necessita con una diesel, con una benzina, con una ibrida e anche con una elettrica.
Ancora oggi queste ultime tre non sono competitive quanto un modello a gasolio anche di diversi anni fa. E attenzione che ciò riguarda qualsiasi catena cinematica ibrida: da quella mild a quella plug in.
Con buona pace di tutti.