L’alimentazione a GPL ha sostenitori e denigratori.
Molti costruttori il GPL non lo prendono nemmeno in considerazione altri invece lasciano aperta la porta.
I motivi principalmente per cui le Case automobilistiche non sposano appieno il GPL sono tre: il primo è legato all’affidabilità, il secondo all’efficienza, il terzo al fatto che il GPL è un derivato dal petrolio che richiede un sistema di immagazzinamento diverso che costa e pesa quindi incide parecchio sulla costruzione della vettura e non essendo per tutti i mercati obbliga i produttori a realizzare linee dedicate per piccoli numeri.
Sull’affidabilità c’è da dire che i sistemi di iniezione del GPL si sono molto evoluti e oggi sono decisamente migliori ma rimane sempre il problema delle sedi valvole. Il GPL è più aggressivo della benzina. Per ovviare a questo problema sono sempre più quelli che iniettano benzina anche quando il funzionamento è a GPL. Una soluzione tampone che si riflette sull’economia ma anche sull’ambiente e dimostra come tecnicamente questa alimentazione vive di compromessi. Certo, molto dipende dall’uso che se ne fa del motore: se si tiene ad alto numero di giri ci sarà più uso di benzina se invece si tiene a basso numero di giri si risparmieranno le iniezioni di benzina.
Oggi comunque si valuta un 15% di consumo benzina per aumentare l’affidabilità quando si viaggia con il GPL per molte vetture.
Attenzione poi che se si sceglie GPL c’è il tema revisione bombole (ogni 10 anni) e oggi in Italia ci sono lunghe attese perché dieci anni fa c’è stato un boom di vendite e i centri revisioni non sono cresciuti. Il costo da affrontare dopo dieci anni può essere anche di 500 euro oltre a una perdita di tempo e di questi tempi lunghe attese. Infine non si nasconda che con i nuovi motori a iniezione diretta il GPL ha difficoltà.