Il salone dell’elettronica di Barcellona è preso d’assalto.
Tanta ma proprio tanta gente è presente.
Da tutte le parti del Globo. Come in nessun’altra fiera.
Giusto per essere più chiari: si sta tutti appiccicati. E anche un po’ spaesati.
La star di questa edizione è il telefono cinese Huawei Mate X con schermo che si piega. E’ in una teca. Tutti lo possono vedere ma nessuno toccare. Viene comunicato il prezzo di 2299 euro ma non si sa come sta in mano, il suo peso, come si vede se lo si tiene inclinato… Nella foto facciamo vedere il dettaglio della catena che unisce gli schermi. Di più non si riesce a vedere anche per la fila dietro che… spinge. Ci si guarda intorno e su tavoli infiniti ci sono i computer dell’azienda cinese che fa sempre più il verso alla Apple. E guardando i prodotti viene da dire sempre più copie carbone. Si incontrano sullo stand due manager di due case automobilistiche, uno europeo e uno asiatico. Gli si chiede cosa ne pensano. Entrambi dicono che lo schermo pieghevole potrebbe trovare applicazione anche sui veicoli, soprattutto per i passeggeri posteriori. Si potranno estrarre dai sedili! Poterli srotolare apre a nuove possibilità ma non si pensi a rivoluzioni epocali sostengono entrambi. La convinzione è che sia un gadget, interessante ma sempre gadget. Fanno notare che dall'altra parte c'è chi torna alla essenzialità nella telefonia. Nokia. E sempre questi due manager ci tengono a dire che qui tutti parlano di mobilità nelle mega city ma non c'è solo quella. Pensate agli USA e alla Cina ma anche all'Europa: la Francia di mega city ha solo Parigi. Il resto chi lo considera? Non c'è solo l'esigenza degli spostamenti in città. C'è miopia in questo da parte di una...elite. Che qui a Barcellona tocca l'apice.
Altra star di questo salone è la tecnologia 5g che promette un salto epocale.
Oggi si ha quasi certezza che già nel 2020-2021 la metà del valore di un’auto sarà legato all’elettronica. E per questo, queste fiere sono di assoluto interesse. L’industria dell’automobile non punta più ad acquisire software ma a farselo e tenerselo in casa. Seat proprio per questo fa nascere Metropolis, un ramo d’azienda specializzato. Questa divisione sarà attiva prima del prossimo mobile congress. Si parla di almeno 100 menti pensanti dedicate e stipate in un building esclusivo nel centro di Barcellona.
Ma c’è anche il tema della sicurezza e gestione dati. C’è chi vede le aziende automobilistiche trasformarsi oltre a produttori di veicoli anche a torri di controllo degli stessi. C'è chi chiede che la gestione dei dati venga affidata a terzi. O addirittura a Stati.
Sulla mobilità nelle grandi città c’è molto fermento perché si vede molta inefficienza. Si pensi ai grandi tram, pieni al mattino vuoti nelle ore centrali della giornata. Ma si riflette anche sulle automobili private che per il 95% del tempo stanno posteggiate e quindi inutilizzate. Ci sono margini per migliorare. Si apre sempre più al tema del pago per l'uso, alla condivisione...
Nelle mega city c'è chi vuole nuovi veicoli per la micromobilità, che è quella che opera nel raggio di 6-10 chilometri. E anche qui Seat presenta una novità, Minimò. Ma alla fiera di Barcellona sono anche tanti i minibus autonomi e i droni.
Il messaggio che arriva è che tutti vogliono cambiare ma non in una unica direzione. Come sarà il futuro nessuno lo sa. Tutti però stanno mettendo loro bandierine per adesso solo nella mobilità delle mega city. E tra sogni e realtà concrete ancora poche, il caos si allarga a macchia d’olio con la certezza del rischio di un brutto scivolone.
In uno stand un robot suona un piano e un altro una batteria. La musica nasce dall'intelligenza artificiale, tutti sono abbagliati, tutti impegnati a farsi selfie per dire io c'ero. L'orchestra digitale suona...come quando il Titanic affondava.