Di questi tempi sulla mobilità elettrica son tutti scatenati.
Moltissimi si stanno scervellando su come riuscire a convincere i consumatori a passare alle auto con batterie.
I manager “molto arguti e innovatori” stanno investigando, con sondaggi, quale sia la preoccupazione maggiore dei consumatori ed emerge sempre tra le prime l’autonomia, la scarsità di colonnine e i tempi di ricarica lunghi.
C’è chi pensa quindi a cambi di batteria in corsa (cosa molto complessa e implica un sistema gestito con le Case automobilitische) e chi ha già iniziato a strutturare un servizio a domicilio per le ricariche.
Tra le società impegnate nel servizio di ricarica a domicilio c’è E-GAP.
Cosa fa E-GAP?
Tramite una propria flotta di veicoli attrezzati per le ricariche a domicilio, arriva dove viene chiamata per fare il…pieno.
In pratica è una sorta di bettolina del carburante o un distributore di energia elettrica mobile.
L’idea sulla carta ha possibilità e infatti diverse Case automobilistiche se ne servono già per le loro auto elettriche e gli utilizzatori e anche Fiat sta lavorando a un progetto importante con E-GAP per la 500e che dovrebbe andare in porto a breve.
Ora, se il servizio di E-GAP o altre società, rimane una sorta di assistenza tipo "carro Aci" ben venga e ha la sua grande utilità ma se ha ambizioni maggiori interessante sarà capire come farà a stare in piedi economicamente e quanto farà pagare l’energia erogata a domicilio. Perché ci sono i furgoni, il loro allestimento con relative batterie; l’acquisto dell’energia poi da riversare sul consumatore con un relativo spreco nei passaggi (nessuno ne parla ma far passare 30kWh in poco tempo ha un suo prezzo); la movimentazione dei mezzi con relativi costi… e alla fine di tutto ciò il costo non potrà essere ridotto sia da un punto di vista economico ma anche ambientale. Certo, come siamo oggi sempre più abituati, all’inizio di queste novità ci saranno offerte interessantissime ma poi… sarà come Tesla che regalava l’energia elettrica ai primi clienti e una volta che ha preso un po' di pesci all'amo ha smesso.
Ma al di là dei costi che saranno problemi degli utilizzatori di questi servizi e delle relative società che li offriranno, immaginiamo un mondo dove prevalentemente la mobilità elettrica sia dominante.
Per pigrizia o necessità, non pochi utilizzatori di veicoli elettrici avranno bisogno di un pieno in zone poco servite o perché le colonnine sono occupate o perchè sono proprio a secco di energia e non riescono più a muoversi. A questo punto chiameranno chi opera il servizio di ricarica a domicilio tramite app o telefono e in un batter di ciglia arriverà il furgono attrezzato per dare energia. L’addetto scenderà dalla “bettolina-furgone” e collegherà le spine. Per un tempo di diversi minuti sverserà l’energia nella batteria dell’auto rimasta a secco. Poi staccherà e andrà via. Una favola, ma se son mille a chiedere e servirsi di questo servizio, quanto traffico in più ci sarà sulle strade e soprattutto quanto costerà a portafogli e all’ambiente? Considerando anche che è un movimento con relativo consumo di energia inutile se ci fossero tante colonnine?
Nessuno sembra domandarselo perché pare siano tutti convinti che il consumo di energia elettrica non sia un problema e che soprattutto sia a bassissimo costo. Solo alcuni se ne stanno accorgendo con i black out di questi giorni.
Insomma, è come pensare di avere delle stazioni di rifornimento benzina mobili: prendere un furgone, mettergli un grande serbatoio di benzina e andare a fare il pieno a domicilio!
Nel passato quando si stavano diffondendo le auto termiche a nessuno è mai venuta in mente una cosa simile.
Gli automobilisti si arrangiavano semmai con una tanica ma una tanica non è una batteria. Perchè per fare 350 chilometri con un'auto elettrica mi devo portare appresso 400 kg e oltre di batteria mentre con un'auto Diesel servono solo 25 kg di carburante.