Blocco tir
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24 febbraio 2022

trasporti: l'Italia rischia lo stop. E rischia grosso

Il settore autotrasporti mette il piede sul freno.
Nel Sud Italia e non solo si vedono già proteste con blocco delle attività.
La causa si deve ai rincari di tutto quanto è legato al mondo del trasporto su gomma.
A partire dal carburante che è passato da 1,35 a 1,86 ma anche dal liquido per ridurre gli Nox: nel 2020 bastavano 5 euro e anche meno al litro, ora ce ne vogliono due e anche più!
Ci risulta addirittura che una tanica di Ad Blue da 5 litri in autostrada si paghi anche 15 euro, quindi tre volte tanto rispetto a soli 2 anni fa!
In un anno i costi sono saliti più del 25%.
Il settore del trasporto merci su gomma si ricorda che in Italia ha una quota vicina all’80% e un fermo palizzerebbe il Paese.
La protesta partita dalla Sicilia e poi estesasi in Calabria, Campania e Puglia sta attecchendo anche al nord.
Coldiretti, denuncia i rischi ai quali questo blocco espone i produttori del comparto agricolo: «Con l'85% delle merci che viaggia su strada lo sciopero dei tir, con i blocchi stradali, provoca danni incalcolabili, dal campo alla tavola, con i prodotti deperibili come frutta, verdura, funghi e fiori fermi nei magazzini che marciscono e il rischio concreto di scaffali vuoti anche per la mancanza di forniture all'industria alimentare costretta a fermare gli impianti di lavorazione».
"Chiediamo al Governo di non ignorare la crisi da caro-carburante che sta colpendo l'autotrasporto merci, uno dei settori più strategici per un Paese manufatturiero come è il nostro". È quanto dichiara la Fit-Cisl in una nota. "Da un lato il Governo con il decreto Milleproroghe ha meritoriamente introdotto voucher per aiutare i giovani under 35 a conseguire le costose patenti e abilitazioni necessarie per guidare i mezzi pesanti, dall'altro - secondo il Sindacato - coerentemente ora deve agire per sostenere il settore colpito dalla crisi energetica". "Già adesso - prosegue la Federazione dei trasporti cislina - la situazione è tesa: in un comparto dove vanno risolti i problemi di sistema preesistenti, non ci si può permettere un blocco che metterebbe in crisi l'intera filiera".

Il Governo deve intervenire iniziando a guardare i veri asset strategici del Paese.
Soprattutto in un momento difficilissimo a livello geopolitico, che solo alcuni scoprono ora.


In questi ultimi mesi il Governo ha continuato a dare a pioggia incentivi senza pensare e pesare bene i risultati che dovrebbero portare.

Il fiato è corto e le tasche vuote in un momento dove da Est le posizioni si fanno sempre più chiare. 

 Oggi vien proprio da dire che si ha la conferma che manca ancora strategia e lungimiranza in Italia e in Eruopa e senza queste, come stiamo vedendo con l’energia e non solo, ci si ferma. E sempre sul tema mobilità ed energia sarebbe anche il momento di invertire la rotta rapidamente perché tra materie rare e gas in mano ad altri, si è arrivati al capolinea. L'aver proclamato di abbandonare il fossile prima di avere alternative valide ha portato un pericolosissimo cappio al collo. Tra l'altro sempre sul tema energia è interessante sapere pure che ieri la coreana LG ha deciso di uscire dal business dei pannelli solari perché non convenienti a causa della concorrenza cinese. Insomma, l'Est comanda e l'Ovest è costretto ad incassare ordini perentori perché ha seguito dei sogni che sono diventati degli incubi. Come più volte si era detto. L'annuncio del governo tedesco di due giorni fa sulla svolta elettrica che non sarà così repentina come si è detto negli ultimi cinque anni è ulteriore segnale dell'ondiva e cieca classe dirigente attuale di cui ne stanno traendo vantaggio altri. Oggi più che mai bisogna mettere in sicurezza gli asset come il trasporto e la mobilità subito. Addirittura sarebbe importantissimo che venisse inserito in Costituzione il Diritto alla libertà di movimento che noi non abbiamo e che potrebbe rivelarsi invece un buon grimaldello anche sullo scacchiere internazionale. 
 

PS 1 In Europa è tornata la guerra. A fronte di ciò sarebbe auspicabile che i Tir togliessero subito i blocchi e anche si cancellasse lo sciopero di domani. A tutti deve essere chiaro oggi che ci vuole un grandissimo senso di responsabilità.

PS 2 Uno dei maggiori produttori di Ad blue è la 
Duslo. Il metano serve per produrre l’ammoniaca che aggiunta alla CO2 forma l’urea, ossia il principio attivo per eliminare gli ossidi di azoto dai gas di scarico dei diesel. È importante precisare che l’urea non serve solo il trasporto ma anche la produzione energetica e il riscaldamento. Con il prezzo del gas naturale ai livelli attuali e con il rischio di avere minor disponibilità di gas ma anche ammoniaca presa dalla Cina vi sarà ancor più carenza con prezzi sempre più alti.  Sapendo che l'Europa ha imposto ai costruttori di camion e auto di mettere un sistema che se l'Ad blue non c'è nel serbatoio il motore non si avvia, c'è un rischio elevatissimo di blocco. Il prezzo triplicato in due anni di questo liquido fondamentale doveva mettere già in allarme da tempo la politica e alcune sirene avevano anche suonato ma non è stato dato seguito ad azioni. E ora dal rischio all'emergenza è un attimo. Forse un decreto che stabilisse che per un periodo definito sarebbe consentito eliminare con l'elettronica attraverso le centraline il blocco urea non sarebbe insensato in un momento come questo. 

 

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