Sono le prime elettriche premium di nobili marchi ad arrivare sul mercato.
Sono l’Audi E-Tron e la Jaguar I-Pace.
Entrambe costano attorno agli 80 mila euro.
Entrambe si possono ordinare per averle in consegna entro l’anno.
Entrambe promettono grandi prestazioni a tempo limitato e pesano ben più di 2 tonnellate.
Alcuni pionieri le hanno già fatte loro versando caparra e sono in attesa.
Ufficialmente però di loro poco si sa sugli accumulatori.
Il fornitore delle batterie, il cuore pulsante di ogni elettrica, ad esempio, non viene comunicato. E ciò non è fatto di poco conto.
C’è un gran parlare dell’autonomia, delle prestazioni, dei tempi di ricarica, ma quando si chiede sul pacco batterie…gran sorrisi seguita da gran imbarazzo se si insiste come se si fosse raccontata una gagliarda barzelletta. Sia in Audi sia in Jaguar.
Secondi fonti abbastanza attendibili c’è una lotta fortissima tra Panasonic, LG ma anche Siemens e BYD ingaggiata dagli stessi costruttori che hanno paura di essere troppo legati a questi colossi e quindi stanno lavorando alacremente per averne più di uno come fornitore. Anche perché c’è il tema approvvigionamento materie prime che un po’ preoccupa oltre alla condivisione della tecnologia che farà la differenza. Insomma sul tema batterie si gioca la guerra non la battaglia.
Audi sarà la prima auto elettrica al mondo a potersi caricare con una potenza massima di 150 kilowatt così da ridurre i tempi e per questo una buona dose di cobalto dovranno avere i suoi pacchi batteria. Si tenga presente che Tesla lavora a 120 kilowatt quindi si parla di un incremento non di poco, superiore al 20%.
E sempre Audi avrà tre motori perché averne solo due è noia mortale.
Grazie ad Audi però entriamo un più nello specifico per meglio capire queste auto che per alcuni saranno il futuro, per altri solo una soluzione per non pagare i dazi sulle emissioni di Co2 da parte delle Case automobilistiche quando entrerà in vigore il limite dei 95 g/km nel 2020 nella Ue.
Sbirciando sulla e-tron si scopre che il sistema di batterie è un blocco largo e piatto collocato fra gli assali, esattamente in corrispondenza del baricentro sotto la cellula passeggeri. Un “pacchetto” lungo 2,28 metri, largo 1,63 metri e alto 34 centimetri! Sopra la parte posteriore del primo livello, il cosiddetto “first floor”, si trova un secondo livello più piccolo, con celle modulari, che viene a trovarsi sotto il divano posteriore. Il peso complessivo del sistema, comprese le complesse strutture anticrash, è superiore ai 700 kg!!! Settecento chilogrammi. Immaginate anche cosa significhi lo smaltimento.
La batteria di Audi e-tron può accumulare 95 kWh di energia elettrica a una tensione nominale di 396 Volt. La batteria è costituita da 36 moduli di celle che si presentano come alloggiamenti in alluminio a forma di parallelepipedo, grandi all’incirca come una scatola da scarpe. Ogni modulo contiene dodici celle “pouch” (a sacchetto), dotate di un rivestimento esterno flessibile in materiale plastico rivestito in alluminio.
Per la ricarica Audi offre diverse soluzioni: di serie viene fornito il sistema compact, che permette la ricarica con una potenza fino a 11 kW, mentre a richiesta è disponibile il sistema connect che raddoppia la potenza sino a 22 kW e porta in dote funzioni intelligenti. In Germania e in alcuni Paesi europei, dove la fornitura elettrica domestica è di 400 Volt in corrente alternata trifase, tramite una normale presa industriale è possibile trasferire una potenza sino a 11 o 22 kW. Il sistema di ricarica compact è una soluzione portatile compresa nella dotazione di serie di Audi e-tron. Questo sistema può essere collegato direttamente a una presa standard, senza installazione da parte di un elettricista. A tal fine sono compresi due diversi cavi elettrici: uno per prese domestiche da 230 Volt con potenza di ricarica fino a 2,3 kW e l’altro per prese trifase da 400 Volt con potenza fino a 11 kW. Con quest’ultimo cavo la batteria di Audi e-tron si ricarica completamente in circa 7 ore. Nel cavo, lungo complessivamente 4,5 metri, è integrato un modulo con luci a LED per l’indicazione del livello di carica. Per il garage, Audi fornisce a richiesta un supporto da parete, vale a dire il dispositivo di aggancio per la ricarica.
Ascoltando in giro i meno esperti, sull’auto elettrica sembra che si aspettino che un fulmine possa presto ricaricare gli accumulatori in un batter di ciglia e c’è chi ipotizza addirittura che arrivi a breve un sistema di ricarica in movimento e parla del sistema svedese a pantografo dimenticando che esiste dal novecento e serve ancora i tram!!! Ma a ben studiare le auto elettriche e parlare con i tecnici sembra proprio che si stia facendo a gara per mettere il carro davanti ai buoi.
Le automobili premium elettriche nascono per diversi motivi e vengono pompate da diversi interessi.
Riassumendo nascono ieri per le scelte scellerate dell’Unione Europea sulle emissioni di Co2 e oggi sono il Cavallo di Troia per chi vuole entrare nell’industria della mobilità individuale.
Nascono quando la Ue decise di imporre limiti sempre più stringenti ai costruttori di veicoli e con l’introduzione dei 95 g/km per il 2020 sono diventate realtà obbligata per produttori di veicoli grandi e pesanti perché hanno visto che producendo veicoli elettrici si poteva aggirare l’ostacolo, quindi tra pagare multe o fare auto elettriche hanno preferito la seconda opportunità.
Nel frattempo la Cina si è svegliata sul tema e premia chi produce auto elettriche, si dice perché la Cina ha tanto interesse economico a riguardo: i cinesi sono i maggiori proprietari di miniere di cobalto e litio nel mondo che servono per fare le batterie e sono oggi come il petrolio ieri. Inoltre sempre la Cina è il produttore di componenti per veicoli elettrici più grande quindi se l’auto elettrica partirà tanto lavoro avranno le loro fabbriche. Oltre a loro ci sono poi tutti gli interessi dei distributori di energia che vedono business. E, nota importante: chi pensa che sull’ambiente l’auto elettrica sia il meglio sbaglia perché delocalizza le emissioni e tra l’altro anche per la C02 a oggi una elettrica ne emette di più nel suo ciclo complessivo, quindi ancora una volta la classe dirigente non ci ha visto giusto. Con buona pace di tutti.
Come finirà? Tutto dipenderà da noi consumatori. Dalle scelte che faremo che non saranno da fare a cuore leggero. Anche perché l'auto elettrica poco non costa e se verrà finanziata da incentivi non si dimentichi che poi li paghiamo tutti sempre di tasca nostra!